martedì 26 gennaio 2010

27 Gennaio Giorno della memoria

Prima vennero le riserve indiane, sorta di lager allargati.
Poi vennero i campi di concentramento nella guerra dei Boeri in Africa.
I Sovietici di Stalin con i Gulag in Siberia non furono secondi a nessuno in termini di morti.
La strage degli Armeni da parte dei Turchi, dei Curdi da parte di Saddam Hussein (la buonanima!), e ancora i campi di morte nella guerra tra Serbia e Croazia o quella civile tra Hutu e Tutzi...
Che dire poi della Cina nei confronti del Nepal e del Dalai Lama?
Eppure nessuna di queste ha una data a memoria o una ricorrenza; nessuna ha colpito l'immaginario collettivo come la Shoah. Nessuna di queste ha prodotto una letteratura di così ampia portata.
Perché?
Me lo sono chiesto per anni.
La conclusione a cui sono giunto é questa: Fu una lotta tra "bianchi" civilizzati, nella civilissima Europa.
Fu (e resta) l'incubo peggiore di tutti, perché scosse e demolì dalle fondamenta l'idea che progresso economico facesse rima con civiltà morale e sociale. Con i lager é caduto il velo ipocrita del benessere = giustizia sociale = Civiltà.
Ricordare la Shoah vuol dire ricordare questo.

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