Lasciava dietro di sé le macerie fumanti di una Berlino distrutta e il muto orrore negli occhi della popolazione del mondo intero, devastato da un conflitto senza precedenti.
Storici, strateghi militari e psicologi hanno cercato invano di comprendere la persona del Fuhrer che resta, ancora oggi, un mistero.
In questo Graphic Novel, il grande Mangaka Shigeru Mizuki si sofferma sulla figura dell'uomo più tristemente noto di tutti i tempi, firmando uno stupefacente lavoro biografico che segue a rapida e inesorabile scalata al potere di un visionario, esamina il carisma di un demagogo e riporta le astute manovre politiche di un Signore della guerra.
L'Hitler di queste pagine è invasato, collerico, con lo sguardo allucinato, capace di restare impassibile sul podio mentre tutt'intorno fischiano le pallottole del celebre putsch di Monaco, dotato di un inconfondibile timbro di voce che strega le folle e lacera il silenzio di un congresso gremitissimo.
Ma è anche un Hitler mai visto prima d'ora che fischietta sereno, si pavoneggia dentro un abito sartoriale, o sogna di diventare un "architetto artistico".
Un Hitler che piange, con la fronte imperlata di sudore e gli occhi sgranati, mentre dentro di lui si fa strada la consapevolezza del fallimento: il grande Reich é morto, la Germania ha perso la guerra.
Negli scorci di città europee tratteggiate con incredibile realismo, Mizuki innesta personaggi dai tratti sintetici e caricaturali, ma restituisce all'orrore dei corpi ammassati nei lager e nei campi di combattimento tutta la veridicità di un bianco e nero quasi fotografico, cupo e ricco di dettagli. (tratto dal libro).
Così come "Mouse" di Spigelman colpisce allo stomaco, molto più di mille storie vere, questo fumetto, nella sua apparente semplicità di tratto, raffigura mostri, esseri umani che esprimono nella loro goffaggine, bruttezza, deformità, la devastazione d'animo interna.
Una lotta senza esclusione di colpi per il potere, milioni di morti, per un sogno di un pazzo e di una banda di complici. Questo è l'Hitler di Mizuki… e tanto basta.
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