Ora che il lockdown è (temporaneamente?) sospeso posso fare una confessione, anzi due… anche io appartengo al gruppo di quelli che lo hanno violato… (prima rivelazione) e non una volta, ma molte (seconda rivelazione)… vicino a casa, una erta stradina conduce ad un bosco… non un gran bosco… pochi kmq ma sufficienti ad allontanarsi da tutto e da tutti… attraversato nel mezzo - da nord a sud - da un largo sentiero… uno spazio dove ritrovare i propri pensieri…
A volte solo, a volte con le figlie, questo spazio verde ha permesso di superare lo strano periodo… unico nel suo genere, un'autentica novità pure per me... che insomma, comincio ad averne viste tante.
E siccome non so stare con le mani in mano, dopo le prime uscite, ho cominciato a portarmi dietro un sacco di plastica e raccogliere tutta la spazzatura che incontravo per strada (tanta) così da rendere piacevole (e soprattutto pulito) questo piccolo angolo di riconciliazione con il creato.

Con la riapertura dei confini personali, quello spazio ho smesso di frequentarlo… e un poco mi manca. Chissà come sarà ora? Lo spargi carte seriale sarà riapparso sulla scena del crimine? Avrà ripreso a distribuire sulla Terra il segno del suo passaggio, quella che in gergo tecnico si chiama "impronta ecologica", imperituro monumento alla inebriante necessità di esserci e di essere ricordato? Forse la carie lo ha colpito, forse ne ha anticipato la dipartita… togliendo così, però, alla Terra quel segno, quel piccolo foglio verde, talmente fitto in alcuni punti da apparire foglie…. e quindi in fondo, a suo modo, natura… povero me, che poeta.
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