domenica 2 giugno 2019

Il caso Meursault

Ti riassumo la storia prima di raccontartela: un uomo che sa scrivere uccide un arabo che quel giorno non ha neppure un nome - quasi l'avesse lasciato appeso a un chiodo prima di entrare in scena - e poi comincia a spiegare che è tutta colpa di un Dio che non esiste e di ciò che ha capito sotto il sole e per il fatto che la salsedine lo costringere a chiudere gli occhi.
Perciò l'omicidio rimane un atto assolutamente impunito e non è un delitto poiché non esiste legge fra mezzogiorno e le due, fra lui e Zoudj, fra Maursault e Moussa.
E in seguito, per settant'anni, tutti si sono adoperati a far sparire in gran fretta il corpo della vittima, a trasformare i luoghi dell'omicidio in un museo immateriale e a discorrere sul significato del nome dell'assassino.
Che cosa significa Meursault? Morto solo? Morto sciocco? Non muore mai?
Per mio fratello, invece, in tutta questa storia non è stata spesa neppure una parola.
E tu, come tutti quelli prima di te, hai preso una cantonata.
L'assurdo lo portiamo sulle spalle o nel ventre delle nostre terre io e mio fratello, non quello là. (tratto dal libro).
 
 
Quale può essere il bisogno… anzi "l'urgenza", dopo oltre settant'anni da "Lo straniero" di Albert Camus di scrivere un nuovo libro, un controcanto degli avvenimenti, una risposta a quel famosissimo romanzo? Ricordiamo per un'istante la vicenda . Un francese in Algeria, uccide un arabo per futili motivi.. anzi senza alcun motivo. Finisce in carcere e accetta senza fiatare le conseguenze del suo gesto. Azione estrema in risposta ad una vita priva di verità e vita stessa.
Sul campo però resta l'altro… l'arabo. Ora suo fratello, dopo tutti questi anni, chiede giustizia. E quale può essere miglior giustizia se non il ricordo, il parlare del periodo trascorso a cercare di dare ragione a quella azione?
In questo particolare romanzo, dedicato agli appassionati bibliofili, troviamo un filo rosso che ci conduce da quel lontano 1942 ad oggi… Narrando il punto di vista dell'altro… Non del colono, colui che "da secoli amplia la propria fortuna dando nomi a ciò di cui si appropria e togliendoli a ciò che lo ostacola".
Questo fa il gaouri, il roumi, il francese obeso, ladro di sudore e di terra.
Ma perché una morte così assurda? Forse per difendere le donne e le loro cosce! Mi dico che dopo aver perso la terra, i pozzi e le bestie, gli restavano solo le donne.
Perché questa storia allora? Forse per offrire un sudario al fratello morto… qualcosa che pur non riportandolo in vita, possa dargli un ricordo, una tomba vera.
E allora, incontriamo il fratello in un bar, un posto ove "qui viene chi vuole sfuggire all'età, a dio, alla moglie, credo e non necessariamente in quest'ordine.
E ascoltiamo un racconto. Impreciso, ma ricco di immaginazione, di colore, vitalità ed impennate improvvise, a compensare le lacune e l'imprecisione. E tuttavia, si chiede il fratello del morto, che fare di un uomo che incontri su un'isola deserta e che il giorno prima ha ucciso un Venerdì? Niente! E' questo il dilemma che arrovella il nostro uomo, costretto a convivere con il morto, con il ricordo del morto, con la madre che gli rimprovera per tutto il tempo di essere vivo, lui, al posto dell'altro, dell'eroe ucciso dal gaouri francese. E non aver nulla da contrapporre, nemmeno la religione… perché "Mi azzardo a dirti che detesto le religioni. Tutte! Perché truccano il peso del mondo. Mentre il corpo… fa quel che può, infatti "i sentimenti invecchiano piano, meno in fretta della pelle…"
Ma anche l'arabo - colpo di scena - ha una storia da narrare… è omicida a sua volta, di un francese.. un modo per ripagare il debito, per liberarsi del primo morto e della madre che lo perseguita. Un modo per pareggiare, ma anche per ritrovare quella dignità perduta…
Eppure, "seppellire un cadavere non è facile come vogliono farci credere i libri o i film. Un cadavere pesa il doppio di un uomo vivo, rifiuta la mano che gli tendi, si aggrappa all'ultima superficie di terra aderendovi con tutto il suo peso cieco".
Insomma, un morto ideale che non vuole andarsene - perché presente nel famoso libro - ed uno vero che ripaga l'omicida della stessa moneta. Difficile paragonarli, difficile capire… una cosa è certa. D'ora in poi leggendo "Lo straniero" di Camus, non potremo fare a meno di sbirciare "il caso Meursault"..  a dir poco, geniale!
 


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