Vado in edicola e per puro caso mi finisce tra le mani questa rivista, la guardo, la sfoglio e rimango basito! Una foto di Re Azul, bellissima via 7b/c, un articolo sul Pellizzon, Dario Bossone, la Pala di Gondo, Balmalonesca, e tante altre zone e altrettante persone che appartengono al mio passato.
Rimango basito due volte… uno perché forse (chissà poi perché) mi aspettavo di essere citato… eppure qualche numero l'avevo fatto pure io.. qualche via liberata, qualcuna spittata, vabbè va così… forse l'essermi allontanato da tanto tempo mi ha fatto dimenticare.
Due perché è un vero e proprio sentirsi raccontare la storia, come se qualcuno mi leggesse nel cervello, frugasse tra i miei pensieri, i miei ricordi, insomma mi sento indagato..
Forte come la storia venga raccontata da chi resta, da chi lascia il tavolo alla fine… e può giustamente descrivere tutto quanto come l'ha vista, capita e digerita lui.
Non è un male, anzi, è solo la dimostrazione che non esistono fatti… esistono solo interpretazioni. Che ci piaccia o no, va così.
Ma veniamo alla rivista, molto ma molto autocelebrativa, in alcuni punti ricostruisce la storia, le storie, i ricordi, le vicende.. grazie alle parole dei protagonisti… altre volte fa qualche congettura, a suo modo divertenti pure queste… Si legge volentieri e racconta salite e imprese molto bene.
Divertente scoprire che, quello che per noi era il top, oggi, dopo tanti anni… appare preistoria, una fase di passaggio ora superata… E' forse questo che me l'ha resa un poco indigesta…
Detto questo, lunga vita ad UP Climbing. Ovvio!
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