Tentativi di una spiegazione materialistica dell'origine della religione: questo propriamente l'argomento della presente antologia.
Spiegazione materialistica, perché riconduceva il fenomeno religioso alle condizioni materiali di vita degli uomini, ne faceva una proiezione dei loro bisogni e delle loro paure.
Tale spiegazione era proposta in alternativa non solo, ovviamente, alla teoria di una rivelazione primitiva, o di un idea della divinità impressa originariamente da Dio nella mente di tutti gli uomini, ma anche all'altra spiegazione ateistica dell'origine della religione che negando al fenomeno religioso qualsiasi carattere di spontaneità, lo faceva derivare da un artificio politico.
Era stato Hobbes, in epoca moderna, a reintrodurre per primo, in forma compiuta questa teoria già formulata nella antichità classica da Stazio, Petronio e soprattutto da Lucrezio.
Hobbes insisteva appunto sull'ansietà e la paura dell'uomo che non sa darsi ragione degli eventi ed è da ciò indotto a fingersi poteri invisibili.
Considerazioni identiche erano riprese da Spinoza che, nella prefazione al "Trattato teologico - politico", esplicitamente opponeva quest'idea a quanti opinavano che la superstizione nasca dal fatto che tutti i mortali hanno della divinità una confusa nozione.
La stessa spiegazione sarà a più riprese riformulata lungo tutto il corso del '700: e con Hume, e soprattutto con D'Holbach, si cercherà di approfondire i motivi di quelle paure, ricostruendo la situazione dell'uomo primitivo immesso in una natura ostile le cui forze egli non riesce a comprendere e a dominare.
Alla presentazione degli Autori, si è premessa un'analisi sommaria delle posizioni deistiche: queste ultime rappresentano un tentativo di critica alle religioni positive - e fondamentalmente al Cristianesimo - da un punto di vista laico, o perlomeno non cristiano, e non ateo: come tali furono attaccate per un verso dai difensori del Cristianesimo, che per lo più viero in esse un ipotesi senz'altro ateistica. (tratto dal libro).
Come recita il libro, tentativi (tutt'altro che maldestri) di ricondurre la religione, e con essa Dio, nel novero delle manifestazioni umane: paura, superstizione, ignoranza, poca dimestichezza con la natura e con la scienza… utilizzando basi e ragionamenti scientifici.
Non si può negare che molti degli spunti sono degni di nota e di acuta riflessione. Resta il fatto che, di fronte alla superstizione (la magia, come la chiama qualcuno) è difficile opporre qualsivoglia ragionamento, anche se basato sul buon senso.
La religione, in quanto manifestazione tutta umana, deve necessariamente la sua origine al rapporto tra l'uomo e l'ambiente che lo circonda ed al tentativo di dare spiegazioni al misconosciuto sin tanto che la scienza e il crescere della conoscenza del mondo non ne hanno sminuita l'importanza… volgendo così all'introspezione l'essere umano. Interessante ed impegnativo.
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