Una famiglia di mafiosi, seppure pentiti, non dovrebbe trovare posto nella cinematografia. E nemmeno la violenza che ruota intorno a loro, ai pentiti, ai loro inseguitori ed ai poliziotti che stanno in mezzo.
Detto questo, accettiamo e prendiamo per buono questo film, certamente comico, in molte sue parti, a tratti triste (ma ci vuole) certo capace di farci riflettere sul ruolo del cattivo che, divenuto buono, scopre cosa vuol dire avere paura, avere rimorsi e rendersi conto che la vecchiaia è una brutta bestia.
Diretto da Luc Besson, ambientato in una Francia rurale, ove i residenti fanno la figura dei minchioni... un poco come quando i film sono ambientati in Italia e tutti (ma tutti) gli oriundi, girano con coppola e lupara, con nomi improbabili.
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