giovedì 8 maggio 2014

Estetica del Polo Nord

"A dieci anni, il piccolo Michel chiese al padre, umile contadino che non si era mai mosso dal suo villaggio normanno, dove sognasse di fare un viaggio.
La risposta fu: "Al Polo Nord".
Trent'anni dopo, Onfray realizza il  desiderio del padre e scrive il resoconto di un'esperienza destinata a rivelare profondità inattese: si tratta del libro che avete in mano, al contempo un diario di viaggio, una meditazione sulle civiltà che svaniscono, sui misfatti dell'industrializzazione e sulla saggezza dei popoli tradizionali.
E anche una testimonianza toccante e lucidissima sulla lealtà e la pietà filiale.
Completato da foto straordinarie e, dall'elogio funebre che Onfray ha pronunciato per il padre nel dicembre del 2009, Estetica del Polo Nord è uno dei libri meglio scritti e, com'é stato detto, più caldi di Onfray: la costante e commossa vicinanza col padre, si direbbe, ha acuito la sua sensibilità e l'ha aiutato a tracciare imprevedibili ponti fra la fascinazione del gelido nord e la nostalgia epicurea del nostro sud". (tratto dal libro).

 
 
Occorre amare la natura e il Mondo, anche quello estremo, che per molti non ha nulla da dire.
Ma che per Onfray, nella sua semplicità, nell'esclusione dei fronzoli, nella siderale necessità di sopravvivere, vede la realtà meglio che in mezzo alla lussureggiante vegetazione.
Sassi, ghiaccio, acqua, animali feroci, silenzio, vento, terribile freddo.
Questi gli elementi.
Eppure, ne emerge un quadro poetico e profondo.
Poi gli Inuit. Colti nella loro disperazione e nel baratro che li attende.
Ed infine l'amato padre, che parte in sordina e poi si impossessa della pagina scritta sino a divenire protagonista. Pura poesia.

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