Riporto stralci dell'articolo apparso su La Repubblica.it - completo di video che invito a visionare per assistere alla vicenda. A seguito della morte dei sei braccianti rumeni a Rossano, si é creato un parapiglia da parte dei becchini (così vanno chiamati) per accaparrarsi le salme. Che altro aggiungere? Che la morte non ha alcun valore, solo quello economico dei corpi da tramutare in denaro. Leggetevi i Promessi Sposi e il comportamento dei monatti nella Milano invasa dalla Peste. Non é cambiato nulla.
La scena da sciacalli è stata raccontata in parte da un video pubblicato dal "Quotidiano della Calabria". Protagonisti i titolari e i dipendenti di alcune agenzie di pompe funebri dei paesi vicini, accorsi sul luogo della tragedia una volta allertati dalle forze dell'ordine e dai sanitari. Uno spettacolo sconfortante, scrive sulla testata calabrese il giornalista Valerio Panettieri. "Quelli sono tutti miei - si sente urlare davanti alla carcassa dell'auto - . Sono stato avvisato dall'ospedale, sono arrivato per primo, se qui viene qualcuno che non è di Rossano succede un casino. Questa è roba nostra, non vogliamo gente da Corigliano o da Mirto".
Dall'altra parte la replica: "No, facciamo uno a testa". Poi gli spintoni e la rissa. Quando lo scontro sembrava essersi placato, mentre si trasportava una delle salme, il titolare di una delle agenzie ha dato nuovamentea in escandescenze. I portantini hanno perso l'equilibrio, facendo cadere a terra dalla barella il corpo che vi era adagiato. A quel punto, gli amici e i parenti delle vittime hanno cominciato ad urlare. "Vergognatevi, questo è il mio sangue, non sono dei cani questi sono esseri umani". La situazione è rimasta tesa fin quando le auto con a bordo i corpi dei sei lavoratori non si sono allontanate, inseguite ancora dalle grida: "Sciacalli, sciacalli!".
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