Sono passati tre anni da quando Harry Hole è andato via. Via da Oslo, via dalla Centrale di polizia, via dalla donna che ha amato e ferito troppo, e troppe volte. Ma dai suoi fantasmi no, da quelli non è riuscito a fuggire: l'hanno inseguito a Hong Kong e ora lo reclamano, e Harry non può non rispondere, non può non tornare. Oleg, il figlio di Rakel, il ragazzo che lui ha cresciuto come fosse anche figlio suo, è in carcere. Accusa: l'omicidio di Gusto Hanssen, il suo migliore amico. Movente: secondo gli investigatori, un regolamento di conti nel mondo della droga. Ma Harry non ci crede. Oleg, il suo Oleg, il bambino che lo teneva per mano e lo chiamava papà, può essere diventato un tossicodipendente, ma non un assassino. E a lui non resta che correre a casa, correre contro il tempo, in cerca di una verità diversa da quella già decretata. Una verità che si nasconde tanto nelle maglie dei sentimenti più profondi che legano le persone, quanto nei quartieri dello spaccio, con l'ombra misteriosa di un nemico inafferrabile che lo vuole morto. (dal risvolto del libro).
Oltre 550 pagine letteralmente divorate.
Partiamo dalla fine. Intrigante, ti tiene sul filo continuamente. Credi che sia terminato e invece riparte con una svolta inaspettata. Crudo, coglie l'animo cattivo di certi personaggi neanche tanto lontani da noi (e non solo geograficamente). Droga, criminalità, violenza, mafia russa, disperazione, buoni propositi che falliscono miseramente. L'anima esplorata sino in fondo.
Era il mio primo libro di Jo Nesbø e di Harry Hole ma proseguirò con i precedenti scritti.
Lo consiglio a tutti gli amanti del genere.
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