Questo racconta il libro che ho appena finito di leggere.
La poesia di Gian Piero Motti traspare in ogni pagina, molto autoironico, duro contro certi modi di vedere e vivere la montagna: dall'approccio di massa alla mitizzazione del gesto di certi personaggi dello sport.
Le pagine più belle le dedica ai suoi monti, a Torino, alla sconfitta di un certo modo di intendere la natura e le montagne che rappresentano ancora l'avventura.
Le pagine più belle le dedica ai suoi monti, a Torino, alla sconfitta di un certo modo di intendere la natura e le montagne che rappresentano ancora l'avventura.
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