Come mescolare cinema, letteratura, buone intenzioni, tradizione, famiglia, lotta al capitalismo, fantasia e realtà e trarne un bellissimo film? Un film in cui ci si commuove, si ride, si piange, si apprezza (se si conosce il libro e Dickens) lo sforzo, pienamente riuscito, di cogliere lo scrittore, Charles Dickens) mentre insegue le sue fantasie, continuamente disturbato dalla vita reale, con i suoi problemi grandi e piccoli, le sue contorsioni quotidiane, con il dover fare i conti con il proprio passato?
Ecco, "L'uomo che inventò il Natale" è tutto questo. E' cogliere le difficoltà dello scrivere, il cogliere dal quotidiano le idee necessarie per fare nascere una buona storia, è il vedere i propri personaggi materializzarsi e vivere di vita propria, anzi oltre, perseguitare l'autore, cogliendo i suoi punti deboli (e come non potrebbe essere diversamente, quando è la mente a puntare contro noi stessi le nostre paure, le nostre angosce più nascoste?).
E' così, che in modo lieve, divertente, ma anche triste, angosciante, la storia si dipana e noi sappiamo che si, finirà bene, ma dobbiamo comunque convivere con questo parto, con questa angoscia, per poi arrivare all'apoteosi finale. Alla scoperta che Natale è fare i conti con sé stessi, perdonare il padre, accettare il nostro passato, presente e futuro, capire che più dell'avere conta l'essere. Datemi del romantico, ma questo film è adorabile.
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