venerdì 28 aprile 2017

Val Grande

 Un numero monografico dedicato alla Val Grande. E' il numero 85 di Aprile 2017 quello che Meridiani Montagne, riserva all'area Wilderness più grande d'Italia e con giusto merito.
Stiamo parlando di un'area vasta 150 kmq incastonata tra il Lago Maggiore per due lati e con la Val d'Ossola, Vigezzo e Canobbina dagli altri due... Fortemente sfruttata nell'800 per il suo legname e per i più consueti usi legati alla pastorizia, dopo il 1944, con l'offensiva nazi fascista contro i partigiani, si era via via svuotata e quasi abbandonata...
Solo con la curiosità, la forza di volontà e la pazienza di alcuni avventurosi, la Val Grande è tornata ad essere motivo di interesse e punto di passaggio per camminate ed escursioni (ma non per tutti) anche perché il senso profondo della Wilderness è "l'umano sovrastato dal non umano in un tempo sospeso, preesistente e successivo al nostro passaggio", il che significa solo una cosa: sentieri impegnativi, boschi spesso impenetrabili, pareti non scalabili, fiumi spesso in piena, difficile orientamento, assenza di rete telefonica. In una parola: avventura e isolamento.
Come Tim Shaw, guida tedesca, che in un articolo descrive i suoi 5 mesi invernali trascorsi all'Alpe Mottac, in un anno particolarmente nevoso, completamente isolato. O come il Gianfry, Gianfranco Bonaldo, deceduto nel 2015 che ha vissuto per anni al bivacco di Vald...
Montagne in cui, pur non presentando grandi altezze, risuona l'Arsunà, il grido da un versante all'altro, come mezzo per comunicare...
Ma la Val Grande non è stata sempre così, la presenza dell'uomo si perde nella notte dei tempi, a partire dai massi coppellati, (quello dell'Alpe Prà ad esempio) dalle carte medievali che la descrivono, e poi nel tempo sino ad arrivare alla costruzione della prima centrale idroelettrica a Cossogno (da parte dell'industriale svizzero Sutermeister)...
E' del 1993 l'istituzione del Parco, ed al riguardo una bella intervista a Teresio Valsesia ne ripercorre le difficili premesse...
E come ad esempio non ricordare il sentiero Giacomo Bove, l'esploratore che ispirò Salgari, capace di trovare per primo il Passaggio a Nord - Ovest, visitare Labuan nel Borneo e conoscere la Val Grande a menadito... morto suicida a 35 anni, nel 1887 a causa di una malattia tropicale e ai suoi tempi considerato alla pari di un divo dei giorni nostri....
Un sentiero che è un monumento in suo ricordo e che a volerlo affrontare richiede diversi giorni di su e giù per queste montagne incontrando difficoltà considerevoli... il Proman, il Tignolino o il Pédum, la cima a forma di balena (Moby Dick) che rappresenta il simbolo della asperità del Parco....
Forse perché avventura deriva da AD-VENTURA viaggio verso il futuro, questo ne è il regno... qui più che altrove si entra e non si va, una natura che ti risucchia letteralmente... A tale riguardo troviamo l'intervista a Ferruccio Rossi, grande conoscitore e ricercatore dei vecchi alpeggi e degli antichi sentieri: un modo diverso di andare in montagna. O l'intervista a Massimo Bocci, presidente del Parco, che narra dei rapporti tra il Parco e i Comuni che lo circondano...
La rivista si conclude con la descrizione di questi ultimi, delle iniziative commerciali, turistiche, gastronomiche e altro nate grazie alla salvaguardia di questi luoghi... Non resta che partire!!!
 

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