domenica 2 ottobre 2016

Man in the Dark

Ovvero "Nella casa del cecato".  Che poi se fossimo in Italia, questo cecato sarebbe l'ennesimo caso di frode ai danni dell'INPS. Infatti ci vede benissimo. E' stato visto andare a far la spesa, guidare l'auto, rapire giovani fanciulle e tenerle in cantina, sgominare rapine e furti, sparare con una mira degna di Billy the Kid. Insomma, diamo a questo film il giusto nome: una cagata clamorosa.
Detto questo, l'idea è buona. Salvo poi, come è solito nella cinematografia americana, finire per farla fuori dal vaso...
Un trio di giovani mariuoli, dediti al furto casalingo (ed in questo agevolati, dal possesso delle chiavi delle case che svaligiano), decidono di derubare l'abitazione di un uomo cieco e solitario.
Immemori del comandamento "Non sfruculiare a casa d'altri", entrano, lo addormentano (forse), cercano i dané, salvo poi trovarselo di fronte...
Da qui in poi, inizia il pasticcio.
Infatti, se da un lato, gli inseguimenti al buio, la tensione continua, il gioco del gatto con i topi, hanno un crescendo ben fatto e che inchioda alla sedia; i vari episodi che ci vengono proposti toccano un limite di assurdità degna di un baraccone alla Barnum...
Lui che spara talmente bene che potrebbe partecipare alle Paraolimpiadi, Lui che tiene in cantina una ragazza che ha inseminato. Come? vale il detto "il buso xe buso e casso no ga oci".
Lui che tenta di inseminarne una seconda (dopo aver ucciso la prima, ah la proverbiale mira!) con un concentrato di strumentazione medica fai da te... costruita dopo un corso alla scuola Radio Elettra.
Sempre Lui che poi riprende la fuggitiva correndo per il quartiere e sentendola (forse l'odore) a miglia di distanza...
E infine lei, che quando se ne libera, piena di botte, contusioni e politraumi, si presenta all'aeroporto in fuga, senza nemmeno un graffio.
Al registra mi vien da dire "suonala ancora Sam".. anzi no, lascia stare.
 
 
 

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