martedì 16 luglio 2013

The Uninvited - Possession














Due filmetti visti a breve distanza, accomunati dal medesimo spunto di riflessione: nulla è meno credibile della realtà.

Anna, adolescente fresca di ospedale psichiatrico in seguito alla tragica morte della madre, torna a casa dove l’affascinante paparino vive con la futura moglie/ex infermiera della povera defunta. Qui, istigata dalla sorella maggiore, Anna si convince che la bonazza di cui sopra sia una vedova nera pronta a tutto pur di raggiungere l’obiettivo di sistemarsi, omicidi inclusi. Conseguenze sanguinose.

Jessica e Ryan, sposini novelli, avrebbero una vita perfetta se non fosse per l’ingombrante presenza – in tutti i sensi, dato che vive con loro – del di lui fratello Roman, pregiudicato sessualmente scoppiettante. Un bel giorno di nebbia, dopo un litigio, Ryan e Roman si scontrano in auto e finiscono in coma. Tempo dopo Roman si risveglia, ma è così cambiato da indurre Jessica a credere che lo spirito di Ryan si sia trasferito in lui. Conseguenze pericolose.

La morale in entrambi i casi è: perché cercare la spiegazione più complicata e inverosimile quando la verità è sotto gli occhi? Siamo ormai drogati di luoghi comuni, assuefatti al cliché? Forse sì, complice anche una società che, invece di insegnarci ad affrontare le brutture della vita, costruisce complessi paradigmi auto-consolatori pronti all’uso quando stiamo per soccombere.

Faccio spoiler, tanto non si tratta di prime visioni né di pilastri della cinematografia.

Se sei stata in psichiatria per un anno e non ricordi nulla dell’incidente in cui è morta tua madre, pensaci bene prima di rovinare la vita ad una poveraccia che, sarà pure il prototipo della barbie arrampicatrice sociale, ma nella realtà è solo la fidanzata di tuo padre.

Se tuo cognato è un manzo tatuato che ti punta come un cane da tartufo, rifletti prima di gridare al fenomeno occulto e valuta l’ipotesi che costui stia semplicemente cercando di prendere il posto di tuo marito nel tuo cuore e nella tua biancheria intima. Sarà poco romantico, ma quadra.


Questo post è un contributo di Ezia, ospite del mio Blog.


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