Terzo episodio della fortunata serie, che vede contrapporsi il Tenente Ripley (Sigourney Weaver) al mostro polimorfo e intruso.
Visto nella versione inglese, ancora una volta prevede una storia parzialmente diversa da quella italiana... il perché non lo scoprirò mai.
Riprende dal precedente episodio, con la fuga di tre superstiti dalla nave madre e la caduta della navicella di soccorso su Fiorina Fury 16, un pianeta ove permane una colonia di detenuti che si occupa di fondere metalli e praticare una religione salvifica...
Mentre nella versione italiana, l'alieno riappare sfruttando il corpo di un cane di uno dei detenuti, qui è un bue a farne le spese (mai apparso sugli italici schermi) determinando la forma del nuovo mostro, che a volte è un incrocio con un cane (non un barboncino intendiamoci) e volte con un vitello... l'effetto finale non cambia.
Bello certamente per la povertà di risorse ben sfruttate, per l'effetto claustrofobico, per le storie personali dei detenuti e per come il regista riesca a tracciarne macchiette divertenti con tratti di umorismo.
Le evidenti differenze, anche nel finale ove la morte di Ripley vede il tentativo di nascita dell'alieno danno l'evidenza della difficile gestazione (capito la battuta?) del film...
Insomma: due film al prezzo di uno. A condizione di capirci qualcosa.
Nessun commento:
Posta un commento
Niente parolacce, né!