il 2015 sarà ricordato come l'anno del grande esodo. Un esodo epocale, simile a quello degli ebrei al tempo dei faraoni, biblico, storico, immenso, che cambierà per sempre la faccia del vecchio mondo e le nostre società.
Detto questo, esaminiamo da vicino la schizofrenia che ha colpito l'Europa, veramente incapace di risponde in qualsiasi modo a quanto sta accadendo.
Per anni l'Italia si è fatta carico degli sbarchi di poveri disgraziati che dall'Africa attraversavano il Mediterraneo per sfuggire alla miseria. L'Europa ovviamente non se n'è mai preoccupata. Arrivavano da noi, molti ci rimanevano, qualcuno proseguiva, ma la rogna era nostra.
Poi, quando i numeri si sono fatti imponenti, e l'Italia ha fatto notare che non riusciva più a gestire la cosa, l'Europa ha aperto i cordoni della borsa, ha sganciato qualche soldino e ha girato la testa dall'altra parte.
Più in là ha chiuso le frontiere (la Francia a Ventimiglia, l'Austria) e ha detto che non eravamo capaci di fare il nostro lavoro. Quale dovesse essere non lo sappiamo ancora.
Quando poi i poveracci hanno trovato altre strade, e con l'inasprirsi della guerra in Siria, il flusso ha cambiato direzione, tutti si sono agitati ed hanno scoperto esistere un problema profughi.
Peccato che ognuno l'ha fatto a suo modo.
Chi chiudendo tutte le porte (Danimarca, Ungheria, Inghilterra), chi aprendole tutte (Italia, ancora), chi aprendo e chiudendo a giorni alterni (Germania), chi con manganelli e lacrimogeni, chi con cartelli di benvenuto.
Complimenti! Vera politica unitaria e spirito condiviso. Vera unità di intenti e chiarezza di vedute. Grande progetto. Grande Europa.
In attesa di capire come andrà a finire, lasciatemelo dire: mi viene da piangere.
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