Film del 2014, vede tra i principali interpreti: Antonio Banderas (Jacq Vaucan), Melanie Griffith (Dupre), Dylan Mc Dermott (Wallace). Girato in Spagna e negli Stati Uniti, si rifà ad un futuro post - apocalittico in cui gli abitanti si sono ridotti a poco più del 3% e vivono in città recintate da muri altissimi ed intorno slum e deserto.
Per sopravvivere si sono affidati a robot e questa scelta ha visto avviare un protocollo per porre l'umanità al riparo da possibili rischi quali la presa di coscienza dei robot stessi e la loro indipendenza o peggio sopraffazione degli umani.
Quando alcuni robot danno segni di squilibrio, Vaucan - agente assicurativo che lavora per una società di robotica - deve indagare.
La sua ricerca lo porterà ad una nuova consapevolezza, ma anche a rischiare tutto quanto ha di più caro per difendere un ideale.
Ottime le riprese, solida la trama, belli i paesaggi, credibili gli attori.
Non è un filmetto hollywoodiano o un Marvel super accessoriato. Qui i sentimenti sono veri, il sangue, sudore e polvere si vedono, i dubbi si sentono.
C'è molto Asimov con i protocolli e le tre leggi della robotica (qui due, una in meno), c'è Blade Runner, con pioggia a comando, impermeabili onnipresenti, grandi ologrammi nel cielo cittadino, miseria e oscurità.
Pochi effetti speciali ma molta profondità: molta più del più costoso "Io Robot".
Charles Trenet ci intrattiene cantando "La mer".
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