Se un bambino non puoi toccarlo, accarezzarlo, dargli uno scapellotto quando merita; che cavolo di insegnante puoi essere?
Nel civilissimo Canada, l'eccesso di rispetto del prossimo genera mostri. E' questo il messaggio del film "Monsierur Lazhar". Serve un rifugiato politico, nemmeno troppo in regola con i documenti e dei suoi stessi sentimenti, per riaprire il filo del dialogo tra mondo degli adulti e mondo dei bambini, tragicamente interrotto dal suicidio di un insegnante.
E quindi si rimedia alla mancanza dell'insegnante e del sentimento, assumendo uno straniero, con regole tutte sue, ma sempre pronto a tirarsi indietro se non accetto... Strano film, in cui i sentimenti dei piccoli sono affiancati a quelli degli adulti, sino a confonderli, sino a far capire che l'infanzia è un piccolo debole scudo contro le terribili fragilità del mondo dei grandi.
Commuove, spiazza, chiede attenzione. Si chiude con un abbraccio liberatorio.
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