Lavoro o salute?
Posta così la domanda non si pone. Oppure si?
Se per lavorare occorre (giustamente) rispettare ogni genere di regola di sicurezza, ambientale, sindacale eccetera eccetera, perché alcuni sono esclusi da queste regole nel nome del lavoro che manca?
Da anni, molti molti anni, é nota l'incidenza di morte sui cittadini di Taranto, il tutto a causa della maledetta/benedetta fabbrica.
Da anni, a quest'angolo della bellissima Puglia, si garantisce lavoro per migliaia di persone, benessere, sviluppo. Ma quale é il prezzo?
Lo Stato per primo ha deciso che il lavoro veniva prima di tutto e chi é subentrato, magari con qualche miglioria (ma le intercettazioni e le indagini dicono altro) si é accodato al terribile andazzo.
Ora, il curatore pro-tempore deve combattere con la Magistratura, ritenuta senza cuore e senza cervello.
Ma le leggi esistono. A meno che, qualcuno molto onestamente dichiari che si, esistono, ma a Taranto non si possono e non si devono applicare. Perché il lavoro, il benessere, vengono prima di tutto.
E' terribile restare senza lavoro, ma é ancora peggio restare senza futuro, senza vita, con figli malati di leucemie mortali.
In questa vicenda non esistono mezze verità, non esistono mezzi rimedi.
O si accetta il lavoro a qualsiasi costo o si chiede la salute, non una mezza salute (non credo esista).
Oppure, ancora una volta, si nasconde la testa sotto la sabbia e si finge, in nome di cosa? Boh!
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