Quando Martin Luther King decide di non attraversare il ponte a Selma, sa di aver già vinto.
Infatti, la polizia, che nei precedenti tentativi di attraversare il ponte e proseguire la marcia sino a Montgomery, lo aveva bloccato, si fa da parte (e lo fa perché in mezzo ai tanti neri vi sono dei bianchi) dimostra una stupidità degna della cultura del periodo.
Siamo nel 1965 e gli States sono ancora ben lontani dall'aver vinto la battaglia per la parità di diritti tra bianchi e neri.
Questo film, bellissimo, una fotografia possente e interpretazioni coinvolgenti e convincenti, riesce a dare una luce nuova ad un periodo storico spesso dimenticato.
A guardarlo oggi, con gli incidenti recenti, ove la polizia americana continua a picchiare ed uccidere trattando in modo diverso bianchi e neri, questo film appare terribilmente attuale.
La stupidità umana è tutta lì a dimostrare che, nonostante le leggi, il cuore degli uomini e il loro piccolo cervello faticano ad accettare il prossimo.
Meritatissimi i premi vinti. David Oyelowo (il Martin Luther King del film) è bravo ad interpretare un ruolo per niente semplice e far emergere tutte le debolezze di un uomo che ancora oggi incarna la libertà di un intero popolo.
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