Se divorate d’un fiato periodi lunghi e articolati, se amate sguazzare nella punteggiatura come fosse una jacuzzi, se bramate descrizioni dei personaggi che non lasciano nulla all’immaginazione, questo libro fa per voi.
Giunti a metà vi renderete però conto che Carsten Stroud sta imbandendo un pranzo troppo ricco per poterlo finire in una sola volta, e vi assalirà il (fondato) sospetto che Niceville sia il primo, fottutissimo capitolo dell’ennesima trilogia.
Premesso che il concetto di “storia a episodi” non dovrebbe esistere né al cinema né tantomeno in letteratura (ma questa è solo la mia opinione), non sopporto l’idea che il mesciato Carsten se ne stia a bordo piscina davanti al pc con tanto di cocktail a partorire il secondo capitolo mentre noi ci chiediamo che minchia abbiamo letto a fare oltre 400 pagine per sentirci dire che “il male è in attesa di scatenarsi su Niceville”, o qualcosa del genere…
… problemi di connessione? Mah.
Questo post è un contributo di Ezia, ospite del mio Blog.
Nessun commento:
Posta un commento
Niente parolacce, né!