martedì 14 febbraio 2023

Le guerre perdute di Jurij Belijaev


 Quando arriva in Ucraina nel 2014 per coprire la guerra del Donbass, il ventunenne Pierre Sautreuil entra in contatto con "il gatto", tale Jurij Belajaev. 
Ex poliziotto, diventato mafioso, milionario in rovina, leader di un partito di estrema destra, militare durante la guerra nella ex Jugoslavia e accusato di aver ucciso più di sessanta bosniaci, sospettato di aver tentato di uccidere Boris Eltcin, latitante ricercato in Russia, Beljaev ha deciso di rifugiarsi sul fronte di Lugansk.
Quando Pierre lo incontra, in lui vede un uomo stanco, anziano, braccio destro di Alexsandr Bednov, comandante del battaglione Batman, milizia filo russa impegnata ad acciarparsi una parte del bottino ucraino senza guardare in faccia a nessuno.- tanto meno alle leggi internazionali.
Presto, però, il giornalista alle prime armi stringe con il mercenario incallito un legame fatto di confessioni ambigue, di fascinazione e di repulsione.
Mentre la guerra devasta il paesaggio ghiacciato del Donbass, Pierre insegue il protagonista per conoscere la sua storia: Juij sparisce, si nasconde, e nel frattempo racconta di essere sopravvissuto ad un attentato di incarcerazioni ed evasioni, lasciando l'autore in balia delle sue preoccupazioni e della sua ricerca di risposte.
Sautreuil con la storia di Jurij ripercorre gli ultimi trent'anni di storia russa dal crollo dell'Unione Sovietica alle mai sopite aspirazioni imperiali sempre più imbevute di nazionalismo sovranista.
"Le guerre perdute di Jurij Beljaev" attraverso il ritratto di un personaggio tragicamente unico e allo stesso tempo banale, a suo modo tipico del disfacimento di un impero, mediocre, come spesso è mediocre il male, è una discesa nei territori più neri d'Europa, dal Donbass a Mosca, dalla Bosnia alla Cecenia.



Libro godibilissimo, anche se narra vicende terribili, offre uno spaccato di Storia. Quella con la S maiuscola e quella dell'uomo di strada. Fatta di opportunità, occasioni, successi e disfatte, fatta per chi, senza andare troppo per il sottile, decide di disfarsi di tutte le regole per vincere.
A prevalere non sono i migliori... solo i più costanti... quelli che non hanno nulla da perdere e che capitano al momento giusto al posto giusto e non fanno domande. La banalità del male, più volte citata... è proprio questa. Personaggi tragici che potrebbero benissimo stare al parco a leggere il giornale...
 

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