"In un giorno di marzo, freddo e piovoso, il cadavere di Orazio Toccacieli viene ripescato alla foce del Tevere. Della sua scomparsa si sta occupando Antonino Buonamore, ispettore malinconico e ostinato, con la passione del cibo, del vino e dei segreti nascosti nell'animo degli uomini.
Il morto, Toccacieli, è un ex sacerdote, vedovo, che conduceva da anni un'esistenza riservata e solitaria, in odore di santità, nutrendosi solo di pane secco, lavandosi soltanto con l'acqua fredda e non indossando mai calzini.
Frugando nel suo appartamento, Buonamore trova dei ritagli di giornale che riguardano tre delitti insoluti, senza alcuna relazione apparente gli uni con gli altri.
E, oltre ai ritagli, una lista di nomi.
Nomi che appartengono a persone che non hanno alcun collegamento tra loro, vivono in zone diverse di Roma, esercitano professioni diverse, dall'avvocato al grossista di frutta.
Ma, quando anche uno degli uomini della lista viene ucciso, a Buonamore non resta che porsi nuove domande.
Qual è il misterioso filo che li lega? E qual era il ruolo dell'ex prete in tutto questo?
Che avesse la capacità di prevedere il futuro?
Mentre la sua vita professionale e personale comincia ad andare a rotoli, l'ispettore Buonamore continua a indagare fino a giungere, forse troppo tardi, alla sorprendente soluzione dell'enigma.
Un romanzo d'esordio dal grande valore letterario che sa offrirci una Roma inedita e inaspettata
Una metropoli dove, sotto un cielo plumbeo e ostile, piove quasi sempre. Paragonata alla Scozia o alle città del Baltico, la Roma di Brusadelli è dura, inospitale, abitata da martiri e santi, al centro come in periferia, nel trionfo barocco delle sue chiese storiche e nelle parrocchie. (tratto dal libro).
Sarà mai possibile che, un associazione a delinquere di ex preti, esegua omicidi per far purgare colpe che la Chiesa non vede?
Il morto, Toccacieli, è un ex sacerdote, vedovo, che conduceva da anni un'esistenza riservata e solitaria, in odore di santità, nutrendosi solo di pane secco, lavandosi soltanto con l'acqua fredda e non indossando mai calzini.
Frugando nel suo appartamento, Buonamore trova dei ritagli di giornale che riguardano tre delitti insoluti, senza alcuna relazione apparente gli uni con gli altri.
E, oltre ai ritagli, una lista di nomi.
Nomi che appartengono a persone che non hanno alcun collegamento tra loro, vivono in zone diverse di Roma, esercitano professioni diverse, dall'avvocato al grossista di frutta.
Ma, quando anche uno degli uomini della lista viene ucciso, a Buonamore non resta che porsi nuove domande.
Qual è il misterioso filo che li lega? E qual era il ruolo dell'ex prete in tutto questo?
Che avesse la capacità di prevedere il futuro?
Mentre la sua vita professionale e personale comincia ad andare a rotoli, l'ispettore Buonamore continua a indagare fino a giungere, forse troppo tardi, alla sorprendente soluzione dell'enigma.
Un romanzo d'esordio dal grande valore letterario che sa offrirci una Roma inedita e inaspettata
Una metropoli dove, sotto un cielo plumbeo e ostile, piove quasi sempre. Paragonata alla Scozia o alle città del Baltico, la Roma di Brusadelli è dura, inospitale, abitata da martiri e santi, al centro come in periferia, nel trionfo barocco delle sue chiese storiche e nelle parrocchie. (tratto dal libro).
Sarà mai possibile che, un associazione a delinquere di ex preti, esegua omicidi per far purgare colpe che la Chiesa non vede?
E cosa ne può Antonino Buonamore, Ispettore di Polizia terribilmente sfigato, di fronte ad un dilemma difficilissimo a venirne a capo e che in fondo pare non interessi a nessuno?
Parte da questi due punti il romanzo di Stefano Brusadelli, "I santi pericolosi". Da una Roma straniata, continuamente colpita dalla pioggia, da personaggi disperati, da delinquenti e faccendieri di ogni risma.
E non è facile venire a capo della vicenda. Anzi. Buonamore arriverà tardi, a tempo scaduto, quasi ad evidenziare l'incapacità della giustizia umana a fronteggiare un'idea di giustizia divina distribuita a piene mani da qualcuno che non può più stare a guardare.
"La dolcezza del cielo fa dimenticare la ferocia del mondo" è questo il monito che conclude il romanzo e fa riapparire il sole su una Roma rassegnata a tutto.
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