sabato 28 novembre 2015

il kit del 21° secolo

 
"Cara lettrice, caro lettore, iniziamo subito con un test. Leggete le seguenti parole: BCE, Antiossidanti, impatto ambientale, debito sovrano, genoma umano, streaming.
Sicuramente le avrete già sentite, le persone con cui parlate le infilano spesso nelle proprie conversazioni e radio, televisione e giornali le nominano in continuazione.
Ma siete sicuri di conoscere davvero il significato?
Non vi sarà sfuggito che questo libro, piccolo nel formato ma grande nell'ambizione, ha l'obbiettivo di dotare il maggior numero di persone della chiave per comprendere ciò che sta accadendo nella nostra epoca contemporanea e la speranza di fornire solide basi per avventurarsi nel XXI secolo.
Questo libro vuole essere utile e divertente, un manuale di cultura generale.
L'espressione cultura generale, evoca l'immagine di un vecchio trombone che si vanta della propria erudizione pur avendo di quest'ultima un'idea molto ristretta coincidente con ciò che conosce.
Noi abbiamo cercato di andare oltre questa prospettiva, ampliando i confini del sapere senza pregiudizi né gerarchie o classificazioni.
A che cosa serve un libro del genere se ormai su internet o in libreria si possono trovare informazioni su ogni argomento?
Ma chi vuole andare a cercarli? Ecco il paradosso della nostra era… nessuno si vuole più cimentare, a fronte dell'info-obesità, a cercare, a capire, sommersi come siamo di info e notizie". (tratto dal libro)

 

Mettiamola così: questo libro merita un piccolo punticino per la descrizione dell'Europa e del suo funzionamento. Un altro piccolo punticino per la descrizione dell'ecologia e il futuro del cibo; per tutto il resto dico solo che se vi trovaste catapultati nel futuro con in mano questo libretto ad aiutarvi morireste all'istante.
Una summa di inutilità, di pasticci, un accozzaglia di argomenti maltrattati, bistrattati e che non c'azzeccano nulla tra loro e con l'argomento/titolo del libro.
Per favore, se ha vinto dei premi come afferma la 4° di copertina, qualcuno glieli faccia restituire... grazie.

sabato 21 novembre 2015

il signore delle mosche

 
"Un libro capace di rappresentare la nascita e l'evoluzione dei totalitarismi. Un gruppo di ragazzini abbandonati su un isola deserta, ove apparentemente non manca nulla: cibo, acqua, riparo, caldo, si generano due paure. Quella della belva notturna (irrazionale) e quella di non essere salvati (razionale). Prevarrà quella irrazionale, con tutte le conseguenze del caso. I ragazzi accetteranno ogni genere di crudeltà giustificando il leader in vista di un bene superiore (astratto e irrazionale).
La stessa cosa fanno i dittatori e la stessa cosa fanno le masse".

 

Libro del 1952, ebbe un grandissimo successo con oltre 14 milioni di copie vendute.
Tema principale è la trasformazione dell'uomo in belva, incivile, selvaggio appena le regole della società vengono meno.
Un gruppo di ragazzi naufraga/cade su un isola deserta.. seguiamo così la loro progressiva trasformazione in selvaggi e vediamo crollare tutte le regole che si sono dati per ristabilire l'ordine.. appare così il "signore delle mosche", testa di animale che genera più paura del rimedio per cui è stato ideato.
Solo il ritorno degli adulti riporterà le cose al loro posto... anche se l'innocenza dell'adolescenza è persa per sempre.
Ancora una volta appare evidente una verità: per tenere sotto controllo la massa occorre contrapporle un terrore tale da accettare il dominio di un dittatore. Mezzo sempre utilizzato da chi vuole governare con l'inganno. Anche oggi, cambia il pericolo (vero o presunto) ma non cambia la volontà di predominio... alimentata dai media e da internet.

Self Less - il film

Se fosse possibile prolungare la vita, prendendo il corpo (giovane) di un altra persona e impiantandoci i contenuti del nostro cervello?
Questa l'idea del film. Idea mica tanto malvagia, sin tanto che i corpi sono recuperati in modo corretto, diverso è quando arrivano dal ricatto, dal crimine. Se ne accorge a sue spese un riccastro senza scrupoli, che arriva a fine vita e decide di riprovarci.
All'inizio una favola, poi con il passare del tempo ed a causa di brutti incubi, tenuti a bada da rosse pastiglie, il tutto diventa un inferno.
Gli scrupoli gli verranno eccome!
Non male, Ryan Reynolds (faccia da cucciolone buono) mette in campo un ottima fisicità e prestanza (per la felicità delle spettatrici) e la trama regge abbastanza regalando parecchia tensione.
Ben Kingsley, nel ruolo del riccastro che, si rende conto di aver trascurato le cose vere della vita, risulta sempre credibile...

venerdì 20 novembre 2015

Everest

Film del 2015 diretto da Baltasar Kormàkur e riassume la drammatica spedizione sull'Everest del 1996 narrata nel libro "Aria Sottile" da Jon Krakauer.
Non è un film di eroi, di avventura o di alpinismo. O meglio, si ci sono tutti questi ingredienti. Ma l'intento della regia è far virare la storia verso una diversa piega: quello della denuncia alla massificazione dell'avventura e dell'uso distorto della montagna.
Trattandosi della narrazione di una storia vera, il messaggio è ancora più realista e l'obbiettivo morale ancora più calato nell'evento.
L'idea che il raggiungimento della vetta (e che vetta) possa collocarsi tra le 100 cose da fare prima di ... è alla base del film. Quel pensare di ascendere, di purificarsi, di illudersi di essere migliori della massa (pagando fior di quattrini, ma senza una adeguata preparazione) e poter raggiungere l'irraggiungibile è il vero nucleo del film. Il risultato sarà un disastro e la montagna spettatrice della vanità dell'uomo e della punizione che lo aspetta.
Non c'è eroismo, se non per tentare di salvarsi e di salvare, non c'è alpinismo (se non nel tentativo di scimmiottarlo senza esserne capaci), non c'è ad un certo punto più nemmeno l'avventura, trasformata in un circo per paganti che ha un pessimo finale. Bella la fotografia e gli effetti speciali.

giovedì 19 novembre 2015

Ancora sul clima...

Leggere per credere. Il prossimo anno sarà peggio... E poi c'è chi dice che va bene così e che il problema clima non esiste.

domenica 15 novembre 2015

Crimson Peak

Film del 2015 co-scritto e diretto da Giullermo del Toro.
Un legame morboso, una casa abitata da fantasmi, un affresco gotico e glaciale, morti violente, denaro, amore e odio, segreti inconfessabili.
Gli ingredienti ci sono tutti. A partire dall'ottima interpretazione di Tom Hiddleston (qui nei panni di Sharpe un baronetto decaduto, che accompagnato dalla sorella é in cerca di finanziatori), dall'altra parte l'America, rappresentata dal padre di Edith Cushing (la bella figliola che crede ai fantasmi)  che crede solo nel duro lavoro e fa indagare i due nobili...
Edith (Mia Wasikowska nel film) cede alle profferte d'amore del barone e si trasferisce in Inghilterra nella casa originaria dei Sharpe..
La realtà sarà peggiore degli incubi premonitori di Mia. Veleno, omicidi, stanze segrete e incesti... Sino al finale rivelatore... Ottima ambientazione, i costumi e le idee del tempo. Dagli strumenti (il fonografo, la macchina a vapore per estrarre argilla, le scoperte mediche del periodo) alle mode, alle aspirazioni, ad una borghesia che vorrebbe il meglio ed è disposta a tutto per averlo.

Montagna Ronda

Recandomi in Val Strona, l'itinerario presenta vari episodi su cui riflettere: Edifici abbandonati...
Panoramica della Val Strona.
La vista dal Colle: a Sinistra il Capezzone. A destra la Montagna Ronda... un superbo camminamento li unisce, un vero legame che corre da un capo all'altro a coronamento della valle.

Una bellissima dedica a chi sale su queste cime per trovare se stesso.
La strana croce che caratterizza la Montagna Ronda.

Questa gita si caratterizza per una serie di motivi: 1) il meteo anomalo. siamo al 14 di Novembre e fa ancora caldo... 2) la velocità di salita, 2h21' praticamente ho volato, 3) l'itinerario tanto desiderato. Era infatti l'ultima cima della Val Strona e volevo assolutamente farla quest'anno. Tutto è andato per il verso giusto, a parte aver smarrito il sentiero sia all'andata che al ritorno...

venerdì 13 novembre 2015

L'ultima notte del Rais

Mu'ammar Gheddafi è stato senza alcun dubbio, una figura controversa nel panorama dei despoti africani e quello che, con autentiche piroette e furbizie di ogni tipo, ha saputo costringere gli occidentali al rispetto od almeno al riconoscimento.
E dire che di disastri ne aveva combinati, dando accoglienza al terrorismo internazionale, lanciando missili su Lampedusa e altre corbellerie a cui hanno fatto seguito ritorsioni da parte degli USA ed infine l'attacco da parte delle forze della coalizione che lo ha portato alla destituzione.
Noi italiani lo ricordiamo bene per l'aver allontanato (nel 1970) tutti i cittadini della nostra nazionalità dopo averli privati di ogni bene.
La nostra penosa democrazia non solo ha dimenticato alla svelta questo vergognoso episodio, ma ha permesso a questo furbastro dittatore di piazzare la sua tenda (con tanto di amazzoni) a Roma, in occasione di una sua visita.
La sua morte (e questo libro ne narra gli ultimi episodi in vita) ha portato la Libia nel caos...
Evidentemente questo popolo non è ancora pronto alla democrazia, dovendo prima ricostruire uno stato che superato il trauma del colonialismo, raduni il popolo intorno ad un ideale identitario di crescita e sviluppo e non più di vendetta e odio.
Bellissimo il libro che si legge d'un soffio. il nostro Gheddafi si confronta con la fragilità del potere perduto e sulla presa di coscienza che il popolo lo odia. Bravo Yasmina Khadra/Mohammed Moulessehoul nel descrivere gli stati d'animo del potente costretto a capitolare.

Marcia per il clima

Mi associo anche io alla Marcia per il Clima, che accompagnerà l'evento di Parigi il 30 Novembre.
Marciare per difendere il clima dall'aumento della temperatura, dal mutare repentino del nostro ambiente e dai rischi per il futuro, credo sia un ottimo motivo.
Per questo invito tutti a partecipare o almeno a passare la voce, a riflettere su un problema che non è di una parte politica o dell'altra. E' di tutti!

giovedì 12 novembre 2015

Moby Dick

Capitano di una baleniera perde una gamba nello scontro con una balena bianca.
Da quel momento non si da pace e vuole ucciderla per vendetta.
La sua follia sarà la sua rovina.
Questa è la storia di Moby Dick. Ma per fare di questo racconto un capolavoro occorre evidentemente altro. E cosa ne ha decretato il successo?
Qualcuno parla di un romanzo per ragazzi. Nulla di più improbabile.
Romanzo di avventura. Forse, ma troppo, troppo complicato.
La letteratura si esprime ai massimi livelli, al punto che ogni pagina va letta piano piano, masticata, ma il ritmo del racconto si fa forsennato, la punteggiatura, il periodo, il coinvolgimento accelera al punto di non riuscire più (come certe riprese dei film horror di Carpenter) a tenere il passo.
Chiamatemi Ismaele, qualcuno che ha vissuto questa avventura e ne è sopravvissuto per raccontarcela. Poi la serie di personaggi che si disvela, sino al gran finale.

"Qualunque sia la superiorità intellettuale d'un uomo, mai riuscirà ad acquisire concreta ed efficace supremazia sugli altri senza l'ausilio d'una qualche forma d'artificio e d'usurpazione esteriori, sempre, di per sé, più o meno gretta e meschina".
Con perle di saggezza simili, disseminate qua e la, si dipana il racconto... Facendoci comprendere che la volontà ultima dello stesso è formare il lettore alle verità della vita ed al suo amaro termine, alle miserie umane ed alle sue immutabili evoluzioni/involuzioni.

"Del sotterraneo minatore che lavora in tutti noi, com'è possibile dire dove sbocchi il pozzo, basandosi sul sempre mutevole, soffocato rumore del suo piccone?"

E ancora "sbilanciata era la nave come uno studente con la pancia vuota e la testa piena d'Aristotele".

Come conclude l'intera vicenda?
Ancora una volta Melville ci viene in soccorso con una metafora: "Tutti gli uomini vivono avviluppati in sagole di balena. Tutti nascono col capestro intorno al collo; ma è soltanto quando vengono catturati nella repentina, subitanea volta della morte che i mortali si rendono conto dei silenziosi, sottili, onnipresenti repentagli della vita".

Se non l'avete ancora letto ricordatevi della predica su Giona (chiave di volta del racconto), leggete bene i rapporti tra Ismael e Quequeng (un inno all'omosessualità), l'entrata in scena di Achab (vera anima nera), il suo alter-ego e parte buona Starbuck, le baleniere incontrate (moniti non ascoltati nell'immenso oceano) ed infine Moby Dick: a lungo annunciata e temuta, si profila all'orizzonte, combatte, colpisce e infine muore... ma questa è un altra storia.
 

lunedì 9 novembre 2015

The Martian

Certo intendiamoci; dopo aver visto questo film, Ridley Scott resterà il grande regista di Blade Runner e Matt Damon un bravissimo attore, tra i miei preferiti.
Tuttavia, per dirla tutta, nonostante il grande battage pubblicitario e le ottime premesse, questo film mi ha deluso.
Siamo lontani anni luce da Gravity e Interstellar, e non lo dico solo in senso astrale.
Il nostro novello Robinson Crusoe, privato dello spassoso Venerdì, fa acqua da tutte le parti (e dire che su Marte non ce n'è).
Prendiamo l'Adamo Primitivo di tanta letteratura americana, spostiamolo su Marte, diamogli tanta certezza nella capacità della Scienza, ed ecco il film che gli States vogliono vedere.
Manca Dio (se ne parla poco), manca la Famiglia (il protagonista non è sposato o fidanzato), si intuisce la Patria e la Nasa gioca il ruolo della Chioccia con i pulcini, ma la sostanza è lì intatta, intonsa.
Ed eccolo di fronte a noi, il botanico più gagliardo del mondo, anzi no, di Marte. Che grazie a patate ed escrementi sopravvive contro la natura matrigna (altra domanda, ma la natura su Marte è matrigna o aliena?)... E allora vai di pennarello a segnare il trascorrere del tempo, di discomusic e di serie tv (Donna Summer ed Happy Days), di soluzioni geniali e di preoccupazioni superabili.
Intuibile anche il finale con recupero al cardiopalma, sala controllo che esulta, bandierine americane e approvazione cinese (furbi loro).
Un per niente bel film. Anzi no, scusate. Un brutto film.

domenica 8 novembre 2015

Last Knights - il film

In un passato remoto (bacato ed alternativo) un cavaliere bello (un poco magro e senza spalle) difende l'onore del suo padrone. La casata dei Bartok (che poi è il prezzemolissimo Morgan Freeman)  viene distrutta dalla solita congiura di corte.
Un imperatore improbabile e il suo primo ministro corrotto (e altrettanto improbabile) decidono che la corruzione debba prevalere sull'onestà e a pagarne le conseguenze sia il fedele suddito (il Bartok appunto).
Senza padrone, senza cavalieri, senza onore, il bel cavaliere (senza spalle)  si da all'alcool ed all'autodistruzione... o forse no. Tutti gli credono e pensano di essersi tolti un bel peso e potersi godere il potere conquistato col raggiro... Invece no!
Tutto era un trucco, una macchinazione, una parvenza... e così infuria la battaglia finale, nel nome dell'onore da salvare..
Bello? Discreto!
Originale? Mica tanto!
Realistico? Per nulla: regni immersi nel ghiaccio (agricoltura zero), acciaio inventato prima del tempo, Signori di ogni colore e razza (magari in antichità si usava)... morale anche il finale è un incognita. Per distrarsi senza crederci troppo.

Conca del Mottiscia

 
Poche parole per descrivere la Conca del Mottiscia, ampia vallata alpina collocata sopra l'Alpe Veglia. Anche questo itinerario mancava all'appello di un anno alpinistico caratterizzato da nuove scoperte ed esplorazioni. Con Franca. Bellissimo.




sabato 7 novembre 2015

Ragnatele

Ragni e rugiada sono una combinazione vincente. Eccone alcuni esempi. Geometrie incredibili.. ma come fanno? E soprattutto, come tolgono tutta quell'umidità?
 

PPP


Moriva 40 anni or sono, ucciso in malo modo e ancora oggetto di mistero.
Pier Paolo Pasolini non era moderno, non era per la modernità. Legato a doppio filo alla sua terra, alle tradizioni contadine, al dialetto.
Fu poeta e giornalista, anima irrequieta e controcorrente. Seppe vedere lontano e dire la sua.
Mi innamorai della sua prosa con "Ragazzi di Vita", meno dei suoi film... ma non sempre tutto può venire bene.
Schierato con i poliziotti figli del proletariato e contro i capelloni borghesi che parlavano di rivoluzione a pancia piena. Seppe vedere il male del progresso prima che si manifestasse.
Anche lui, come il corvo di "Uccellacci ed Uccellini", viene ascoltato ma alla fine muore, mangiato dai protagonisti, stanchi delle sue parole. Questo fu Pasolini, voce solitaria.

il Ponte sullo stento

E fu così che anche il nostro giovane Primo Ministro Renzi si è lasciato scappare la promessa "il Ponte sullo Stretto si farà".
Certo, ha subito declinato l'evento ad un "poi"... Prima vanno fatte strade, depuratori, magari ridato l'acqua a Messina (al limite un giorno si e uno no) ma poi... poi ... il Ponte arriverà.
Fatico a capire (ma mica poi tanto) cosa porti un essere dotato di buona intelligenza e lungimiranza, ad imbarcarsi in certe faraoniche promesse (anzi per aggiornare il verbo in Berlusconiane promesse).
Si era appena sopito il brusio derivante dalla precedente rinuncia, mentre non si sono ancora spente le dolenti note derivanti dai danni e contumelie da pagarsi alle ditte che non faranno più il precedente ponte... e già si ricomincia a parlare del nuovo.
Gentile Primo Ministro. Guardi l'Italia, ne osservi le drammatiche condizioni derivanti da un terreno fragile e mal tenuto. Osservi i fiumi tombati e ristretti in canali di cemento, la mancanza di manutenzione dei torrenti, ci aggiunga l'elenco infinito delle opere mai finite... Poi, in fondo, ma molto in fondo (come Valentino Rossi alla sua ultima gara) ci metta il Ponte.
Ecco, sì lì a destra (come in quella pubblicità della Sicilia, ove il soggetto viene fatto finire in mare per non turbare il paesaggio) e ce lo si lasci.
Difficile? io non credo.

domenica 1 novembre 2015

Buona notte di Aulin a tutti...

Sfrutto liberamente una battuta di un amica, nei confronti della nonna... "ma cusa l'é questa notte di Aulin"? Ecco, esattamente cosa è questa notte?
Molto si è detto e scritto al riguardo, di fatto cominciando sempre da un punto fermo. E' una festa importata, maltrattata, bistrattata, travisata.
Se Halloween serve a ricordare i morti e scacciare i fantasmi, ben venga.
Se si tratta di vestirsi in maschera, ridere della morte, farsi beffe del prossimo, ben venga.
Se si tratta di adattare una ricorrenza altrui senza conoscerne le origini, ma solo perché così ci si diverte... beh credetemi... vanno bene tutte, tenuto conto che vi sono persone che festeggiano il S. Natale senza sapere le origini.. perché dovremmo ricoprire di reprimende questa ricorrenza?
Per cui, buona notte di Aulin a tutti e se suonano alla porta? Dolcetto o Scherzetto? Non rovesciate il pitale della finestra e offrite un dolce, è un modo per stare vicini e divertire i più piccoli.

Professione Volontario