sabato 27 giugno 2015

Milano...

Milano è una bellissima metropoli. E grazie ad Expo si è tirata a lucido. Monumenti, statue, bar e ristoranti: un piacere per gli occhi.
 Complice una giornata con lieve brezza, tutto è apparso ancor più bello.
 Galleria nuova nuova!
 Antichi fregi... o solo copie?
Giapponesi golosi che sorridono! ;)

Cartongesso - Francesco Maino

 
"Michele Tessari è un avvocato che avvocato non vuole essere ex necroforo, affetto da disturbo bipolare, intrappolato nella vita come una cavia isterica ma consenziente, persino complice.
Un complice debole del mondo in cui è immerso.
Il disfacimento della sua terra si rispecchia in quello della sua esistenza, inquinata da un odio che cammina come l'infezione, dalle caviglie alla bocca dove si trasforma in grido.
E quel grido investe la classe politica, le carceri, la giustizia, il sistema universitario, giù giù fino ai singoli individui, fino al narratore stesso, imbibito degli stessi mali contro cui si scaglia.
E' un grido modulato da una scrittura apocalittica, con una portentosa violenza evocativa.
Non c'è consolazione in queste pagine, nessuna catarsi: solo letteratura
E, in letteratura, "coraggio" è soprattutto raccontare la verità.
Questo è il paese delle cose che stanno morendo. No. Questo è il paese dei corpi.
Corpi che si svegliano morti, escono morti di casa, tornano morti; corpi che parcheggiano, scendono, sputano, corpi che si salutano sbadigliano, bestemmiano sempre, fatturano. Corpi camminanti".



Si legge d'un fiato. Come se,  interrompersi volesse significare fermare la vita dei personaggi, anzi del personaggio del testo. Si legge d'un fiato, perché è come veder scorrer l'acqua da una sorgente: non puoi fermarla, la lasci scorrere. Atto d'accusa di un certo nord, senza sconti, nemmeno per il protagonista. Cartongesso è un pugno nello stomaco del perbenismo, della furberia che regna sovrana, è l'estrema ribellione di chi non si trova in un sistema ideato solo per truffare il prossimo e ricavarne nulla.

venerdì 19 giugno 2015

Dal Veglia al Teggiolo

Partiti (tardi) alla volta dell'Alpe Veglia, con l'idea di una passeggiata, troviamo la strada chiusa per opere di disgaggio pareti.
 
Inutile perdersi d'animo, giro di 180 gradi sul percorso e preso il tracciato panoramico e un tantino esposto che a mezza costa conduce all'Alpe Vallè la raggiungiamo a mezzogiorno.
 
 
Dopo una meritata pausa ci dirigiamo al passo delle Possette
 
 
e non contenti ci trasciniamo alla Punta del Teggiolo, che raggiungiamo alle 15 circa. Breve pausa panino e via che si scende, mentre dal Veglia arrivano gocce portate dal vento.
 
Alle 17 siamo all'auto. Bellissima gita con Franca.
 


lunedì 15 giugno 2015

il Generale e il Giudice

 

Alle cinque del pomeriggio del 16 Ottobre 1998 il Giudice Baltazar Garzòn scuote le coscienze e le speranze del popolo cileno facendo arrestare il dittatore Pinochet nella clinica di Londra ove si trova per cure.
Quello che ne segue è contenuto in questo libro: ricordi tristi e speranza di giustizia, rabbia e pietà, dolore e tenerezza.
Tutti sappiamo che l'azione non andò a buon fine, ma qualcosa si era spezzato per sempre: il pensiero che simili atrocità potessero restare impunite o peggio accettate impunemente.
Sepùlveda con prosa forte scrive, come in preda ad una ansia, la fretta di poter dire finalmente cosa gli ha pesato per tanti anni, a partire dall'esilio e il dolore subito dai suoi cari e dall'intero Cile.
Infine il ricordo dei compagni vicini a Isabel Allende che dette la vita per cambiare la nazione.
Letto d'un fiato.

domenica 14 giugno 2015

Mad Max Fury Road

Per chi, come me, ha vissuto dal principio il mito di Mad Max, a partire da "Interceptor", "il guerriero della strada", "Mad Max oltre la sfera del tuono" non potrà che guardare con sospetto questo nuovo episodio della saga.
Io l'ho fatto e devo dire che ha smentito tutti i miei dubbi ed anzi mi ha fatto apprezzare un ottimo prodotto cinematografico.
Ben filmato, grande ritmo (non solo musicale) tensione continua, mezzi incredibili, personaggi particolari mai ridotti al ruolo di comparse, come può accadere in un film di avventura del genere fantascienza post-atomica.
Ecco "Mad Max Fury Road", perché di ROAD si parla, un percorso all'andata, per sottrarre le spose procreatrici al capo Immortan Joe, loro despota che del possesso dell'acqua ha fatto il suo impero.
Costruendo una società basata su una sorta di pseudo religione, con riti (pitturarsi in bianco, i teschi, la distribuzione dell'acqua a comando) e le sue paure e malattie.
Per questo, quando l'imperatrice Furiosa, scappa con un mezzo blindato portando con sé  cinque donne sane, destinate a Immortan Joe, ha inizio la caccia.
Il ricorso a veri e propri atleti per le riprese in volo, i mezzi spettacolari, una trama che regge sino alla fine fanno di questo film un ottima prosecuzione della saga sino a farci dire: a quando la prossima?

sabato 13 giugno 2015

Monte Proman

 
il Monte Proman è una delle cime più alte della selvaggia Val Grande, ci si arriva dopo una lunga salita in una valletta, con alpeggi frequentati, partendo dall'abitato di Colloro. Io ci ho messo tre ore, ma sono state bellissime e solitarie. Questi luoghi a me sconosciuti si stanno rivelando colmi di sorprese.
 

L' Alpe Lut - la chiesetta.
 Vista sulla Valgrande verso la Val Vigezzo.
 il percorso dalla bocchetta verso il Proman... passerelle
 Vista sulla bocchetta dal sentiero del Proman, camminamenti della Linea Cadorna.
 Il percorso panoramico verso il Proman, muretti in pietra e nevai...
 La vista dal Proman verso Punta di Menta e Parise
Io sulla cima che mi godo la meta (dopo aver mangiato due panini).

Lo straniero - Albert Camus

 
"Pubblicato nel 1942, Lo Straniero, un classico della letteratura contemporanea, sembra tradurre in immagini quel concetto dell'assurdo che Albert Camus andava allora delineando nel coevo il Mito di Sisifo.
Protagonista è Meursault, un modesto impiegato che vive ad Algeri in uno stato di indifferenza, di estraneità a sé stesso e al mondo.
Un giorno, dopo un litigio, inesplicabilmente Meursault uccide un arabo.
Viene arrestato e si consegna, del tutto impassibile, alle inevitabili conseguenze del fatto - il processo e la condanna a morte  senza cercare giustificazioni, difese o menzogne.
Come Sisifo, Meursault, è un eroe "assurdo": la sua lucida coscienza del reale gli permette di giungere attraverso una logica esasperata alla verità di essere e di sentire.
"E' una verità ancora negativa", ebbe a scrivere Camus in una prefazione per un'edizione americana dello Straniero, "senza la quale però nessuna conquista di sé e del mondo sarà mai possibile".
 
Chi è lo straniero del racconto di Camus? E soprattutto è straniero a cosa, a chi?
Un uomo commette un omicidio, lo conosciamo prima di quell'evento e la sua storia si dipana in modo semplice, oserei dire normale, quasi noiosa. Poi il caso lo porta ad uccidere e lui viene condannato a morte.
Lo seguiamo mentre accetta supinamente il processo, il carcere e la pena finale senza opporsi in alcun modo a quanto sta accadendo.
Il processo, la sentenza, la prigione e l'attenzione suscitata per il suo caso, lo rendono più vivo ora di tutto il resto della sua vita.
Forte atto di accusa alla società borghese ed al suo metro di valori, ai luoghi comuni, alla caducità delle cose terrene, alle presunte verità religiose.
Accettazione delle scelte altrui con animo distaccato - non abulico intendiamoci - ma indifferenza e ricerca di altri valori.
Visto dal suo punto di vista, l'affannarsi umano appare inutile e privo di senso.
Un classico scritto nel 1942.

sabato 6 giugno 2015

La strana casa nella nebbia e altri racconti

Non nego che a qualcuna sia piaciuto. Non nego nemmeno che Lovercraft sia riconosciuto come uno dei maggiori scrittori horror insieme ad Edgard Allan Poe, coloro che dettero il là alla fantascienza americana.
Ebbe altresì un infanzia difficile segnata dalla miseria e da problemi di salute che si trascineranno per tutta la vita.
Per questo e con dispiacere, devo dire che questi racconti non mi sono piaciuti. Mi aspettavo qualcos'altro da un simile mostro sacro... A volte bisognerebbe leggere senza pregiudizi, saltando la lettura della terza di copertina, dell'introduzione, dei commenti. Rifarsi al semplice lavoro dello scrittore, alle sue intuizioni, alla sua idea. Impipparsene bellamente di tutti i critici, i rifinitori e imbonitori, insomma degli abbellimenti che nulla aggiungono e anzi molto spesso tolgono.
Oggi non sarei qui a dire: sarà stato un grande ma per me la "strana casa nella nebbia e altri racconti" è una boiata pazzesca.

venerdì 5 giugno 2015

Pista Nera - Antonio Manzini

 
"Semisepolto in mezzo a una pista sciistica sopra Champoluc, in Val d'Aosta, viene rinvenuto un cadavere. Sul corpo è passato un cingolato in uso per spianare la neve, smembrandolo e rendendolo irriconoscibile.
Poche tracce li intorno per il vicequestore Rocco Schiavone da poco trasferito ad Aosta, briciole di tabacco, lembi di indumenti, resti organici di varia pezzatura e un macabro segno che non si è trattato di un incidente ma di un delitto.
La vittima si chiama Leone Micciché.
E' un catanese, di famiglia di imprenditori vinicoli, venuto tra le cime e i ghiacciai ad aprire una lussuosa attività turistica, insieme alla moglie Luisa Pec, un'intelligente bellezza del luogo che spicca tra le tante che stuzzicano i facili appetiti del vicequestore.
Davanti al quale si aprono tre piste: la vendetta di mafia, i debiti, il delitto passionale.
Difficile individuare quella giusta, data la labilità di ogni cosa, dal clima, alle passioni, alla affidabilità dei testimoni, in quelle strette valli dove tutti sono parenti, tutti perfettamente a loro agio in quelle straricche contrade, tra un negozietto dai prezzi stellari, un bar odoroso di vin brulé, la scuola di sci, i ristorante alla mano dalla cucina divina.
Quello di Schiavone è stato un trasferimento punitivo.
E' un poliziotto corrotto, ama la bella vita. E' violento, sarcastico nel senso più romanesco di esserlo, saccente, infedele, maleducato con le donne, cinico con tutto e chiunque, e odia il suo lavoro.
Però ha talento. Mette un tassello dietro l'altro nell'enigma dell'inchiesta, collocandovi vite e caratteri delle persone come fossero frammenti di un puzzle.
Non è un brav'uomo ma non si può non parteggiare per lui, forse per la sua vigorosa antipatia verso i luoghi comuni che ci circondano, forse perché è l'unico baluardo contro il male peggiore, la morte per mano omicida (in natura la morte non ha colpe), o forse per qualche altro motivo che chiude in fondo al cuore".


Ed ecco che, nella pletora di marescialli, ispettori, carabinieri, questori, investigatori privati e chi più ne ha e più ne metta, si avanza Rocco Schiavone, vicequestore romano spedito in punizione ad Aosta.
Aosta, qui descritta con gli occhi di un romano, manco fosse la Siberia o la Svezia di Nesbo.
Benché accattivante nella trama e nella narrativa, non tutto va come deve e qualche piccolo peccatuccio dobbiamo farcelo piacere, pur di finire il racconto...
Siciliano ambientato al Nord viene schiacciato da un gatto delle nevi, è subito chiaro che si tratta di omicidio, ma chi è il mandante e chi l'esecutore?
Tutti parenti, tutti amici, tutti con interessi per volerne la morte, mica è facile per il nostro antieroe, che deve farsi strada a sberloni e minacce... Ma si sa la verità trionfa sempre.


Cima Saler - Parco della Valgrande

Montagne selvagge quelle della Valgrande. Al punto che, una breve deviazione dall'originario percorso ti porta altrove. Se per alcuni può apparire seccatura, per me è stata rivelazione.
Partito con l'idea di salire il Proman (partenza da Colloro) prendo troppo a sinistra e mi ritrovo all'Alpe Colla. 
 

 
Capisco che qualcosa non quadra, ma oramai che fare? Decido così di continuare e... quella che mi si apre davanti è un'alpe selvaggia, percorso (classificato T4) da fare con la dovuta attenzione, ed un traguardo fantastico. 

 
Alpeggi abbandonati, ruderi a strapiombo sulla sottostante Val d'Ossola, sentieri per capre o peggio. Ma una pace, un silenzio, colori e profumi senza pari.
 

 
Ecco in lontananza l'Alpe Curtet e la bocchetta di Saler. il percorso è ripido e silenzioso, la luce del mattino porta il calore del primo sole dove la brina è ancora presente...
 


il panorama è senza pari e mi ci beo.. dopo un paio di panini e alcune foto, la discesa, non senza rimpianti per dover lasciare anzitempo un luogo così bello.
 


I 4.000 del Sempione in lontananza...

 
Vista dalla bocchetta...
 
 

mercoledì 3 giugno 2015

Le sabbie immobili - Giuseppe Pontiggia

 

Piccolo saggio sull'uso delle parole e sul mutare del significato delle stesse.
Esperti di gestione del tempo non conoscono Seneca (ma è un classico?) e le sue attualissime lezioni:
"Persuaditi di questa verità: una parte del tempo ci è strappata, un'altra ci è sottratta, un altra ci sfugge. Ma la perdita più vergognosa è dovuta alla nostra negligenza. E se vorrai badarci, noterai che gli uomini passano la maggior parte della vita agendo male, molta parte senza agire, tutta la vita agendo in modo diverso da come dovrebbero". Lettere a Lucilio.
 
Dicevo, una parte è dedicata alle parole: se le parole sono come pietre, l'uso distorto e scorretto rischia di trasformarle in sassolini che ci si infilano nelle scarpe del linguaggio, con esito infausto per la comprensione altrui e per la reputazione nostra. Di questo parla questo breve libro, di questo e della disinvoltura con cui non riflettiamo sul vero significato che le parole possono dare alle cose, alle condizioni di vita, a noi stessi.
 
Un'ultima parte è dedicata ai libri: a chi li scrive e a chi li legge. Chi li scrive con tutte le patologiche fissazioni della pagina bianca, chi li legge a cui viene riservato un decalogo sul come cosa e perché comprare.
 
Sulla Fiera: La Felicità della Fiera è di entrare nella Città del Futuro. E forse lo sgomento è di averne avuto un anticipo.
Illuminante.

martedì 2 giugno 2015

Into the woods

Film del 2014 diretto da Rob Marshall e basato sull'omonimo musical di Stephen Sondheim che mescola con grande capacità le favole di Cenerentola, Cappuccetto Rosso, Raperonzolo e Jack e i fagioli magici.
E' il bosco, o meglio nel bosco, che tutto avviene. Si dimenticano le promesse, si realizzano i sogni (anche quelli segreti o vietati) si scopre chi si è, si muore e si rinasce a nuove speranze.
Si scopre così che le favole hanno un loro messaggio, ma è quello che realmente vogliamo ascoltare? E i buoni sono realmente buoni? O anche loro, attraversati da dubbi, rancori, paure, devono ritrovare la loro strada (persa nel bosco) e guadagnare la stima degli altri?
Siamo così alla distopia della fiaba, in puro genere "come sarebbe andata a finire se..."
Tra una strega (una fantastica Meryl Streep) che minaccia sfracelli, ma poi scopre di non essere capace di fare la madre, un lupo cattivo (e chi poteva essere se non il sempre intrigante Johnny Deep) che dura poco anche se si mangia nonna e Cappuccetto Rosso, un principe azzurro un poco furbetto che non disdegna amori rubati qua e là... Gigantesse che vogliono vendetta e un regno molto simile a quello del Mulino Bianco di Banderas...
Bellissime le parti cantate e per nulla scontati i dialoghi.
 

lunedì 1 giugno 2015

Alla ricerca dell'ordine mondiale

 
"Guerra in Iraq e attentati in tutto il mondo: il panorama internazionale non potrebbe essere più fosco.
Dopo l'11 settembre, le divisioni politiche hanno impedito una visione strategica comune mentre il sanguinoso "dopoguerra" iracheno rappresenta un ulteriore dramma per gli Stati e le coscienze.
Questo volume delinea alcuni possibili scenari per uscire dal caos e ripristinare un ordine internazionale fondato sulla cooperazione multilaterale.
Dopo aver chiarito alcuni presupposti della stabilità internazionale e aver descritto i vari tipo di ordine succedutisi nella storia, l'autore discute l'attuale condizione del sistema internazionale e le prospettive di stabilizzazione, la nuova politica americana e le sue conseguenze, le mutazioni del terrorismo internazionale e le strategie di risposta, il ruolo dell'ONU e dell'Europa, la scelta tra democratizzazione forzata e consolidamento delle istituzioni internazionali.
La ricostruzione di un ampio consenso, sia all'interno del campo democratico sia all'esterno, è necessaria per rafforzare un ordine mondiale stabile e per consolidare la transizione in quei paesi che catalizzano l'instabilità". (tratto dal libro).
 

Piccolo ma condensato testo utile per rendersi conto del funzionamento degli Stati, del Mondo, ed infine dei rapporti che hanno regolato, regolano e in futuro condizioneranno la nostra vita.
Se uno Stato è il confine territoriale di simili, con uguale lingua, aspettative, tradizioni e idee, diverso è definire cosa rende positivo o negativo, negoziabile o no il rapporto tra due Stati.
Cosa ancora diversa, con il venire meno delle distanze, con il cessare della contrapposizione dei due blocchi (Unione Sovietica - USA) e del crollo del Comunismo, cosa diventerà e come sta mutando il Mondo.
L'ordine internazionale è costituito dall'esistenza di alcune regole generali riconosciute e condivise e NON coincide necessariamente con la pace o la giustizia.
Un ordine internazionale potrebbe essere basato su ineguaglianza e ingiustizia e non per questo non funzionare nelle sue primarie necessità.
Ciò nonostante, senza ordine e senza prevedibilità nel comportamento degli attori non è possibile garantire né pace né uguaglianza né giustizia.
La pace nelle relazioni internazionali è un obbiettivo che può anche richiedere l'uso della violenza così come all'interno degli Stati la convivenza pacifica è garantita dalla Polizia.
All'uso della guerra, come ritorsione ai comportamenti scorretti, il Mondo attuale preferisce far ricorso alla reputazione: chi tradisce oggi sa che verrà tradito domani, e che il suo "status" verrà valutato negativamente da tutti gli altri che, in un Mondo sempre più piccolo e legato economicamente, vuol dire mettere a repentaglio la cooperazione, il commercio, gli affari e infine le alleanze di domani.
Si hanno così Stati Falliti (si pensi alla Libia di oggi) o Stati Canaglia (Iraq, Siria, Iran, con diverse sfumature).
Il ricorso alla guerra è divenuto sproporzionato agli interessi e si preferisce più subdolamente ricorrere alle guerre civili (simulate come nel caso dell'Ucraina) o al fallimento economico.
Infine un passaggio rivelatore "Una democrazia è pacifica. Non le piace andare in guerra. E' lenta a reagire alle provocazioni. Quando però è stata provocata fino al punto di dover impugnare la spada, non perdona facilmente l'avversario per aver creato una tale situazione. La provocazione diventa la posta stessa dello scontro. La democrazia combatte con rabbia - combatte per la sola ragione che è stata costretta a combattere. Combatte per punire chi è stato così imprudente e perverso da provocarla - per insegnargli una lezione che non dimenticherà , per impedire quindi che la cosa si ripeta. Una tale guerra deve essere combattuta fino alla sua amara conclusione".


Manuale di co-programmazione