domenica 31 agosto 2014

Slap Shot 2

Penoso secondo episodio della squadra ribelle dell'hockey su ghiaccio.
Mentre il primo mescolava comicità e dinamismo, atmosfera dell'epoca e battute sferzanti, questo non riesce ad andare oltre la solita manfrina e cercare di mantenere un minimo di divertimento sfruttando i fratelli Hanson. La c'era Paul Newman (che da solo valeva il film) ma qui?
Se vi piace l'hockey guardatelo, probabilmente farà ridere, se non avete troppe pretese.
Per la serie: se il primo è andato bene non significa che andranno bene tutti gli altri... l'atmosfera del primo episodio qui non viene lontanamente sfiorata. Anche gli interventi degli Hanson, peraltro sempre divertenti, non danno quella freschezza derivante dalla loro discesa in campo nel primo episodio. Peccato...

L'armata delle tenebre - il film

Divertente film del 1992, vede nel suo protagonista, il commesso Ash (Bruce Campbell) il vero mattatore dell'intera vicenda. E' bene ricordare che questo è il terzo episodio della seria "La Casa" e parte proprio dagli avvenimenti del 2° da cui prende spunto, salvo perdere del tutto la chiave horror a favore del divertimento e oserei dire del cartone animato...
 Trasportato nel XIII Secolo dal potere del libro dei morti (Necronomicon) grazie alla sua intelligenza, al suo fucile ed una motosega, riuscirà a sconfiggere l'armata delle tenebre ed il suo capo (un suo doppio malvagio) e tornare a casa.
Non vi è dubbio che gli effetti speciali spesso lasciano il tempo che trovano (gli scheletri sembrano dei margash, in dialetto gli steli del granoturco) e alcuni punti della vicenda latitano o si confondono.
Tuttavia, la grande capacità mimica di Ash e l'utilizzo di citazioni da film precedenti (si veda la mitica frase da pronunciare per l'utilizzo del Necronomicon che Ash sbaglia sempre con effetti comici: "Klaatu barada nikto" che è la stessa usata nel film Ultimatum alla Terra del 1951) ne fanno un episodio divertentissimo e realizzato con grande genialità.
Ash, eroe suo malgrado, dimostra di possedere la capacità dell'uomo di strada di adattarsi a tutto (e d'altronde la vita quotidiana non è forse una giungla?) e di uscirne vincitore. Questa è l'unica vera morale del film.

giovedì 28 agosto 2014

Abitanti dei monti



Nel mio girovagare nelle Terre Alte ho incontrato alcuni abitanti...

Cima del Capezzone 2° tracciato di ieri

 Il lago del Capezzone. Dopo la prima salita si riparte verso la cima!
 Sentiero abbastanza intuibile, tra gli sfasciumi e le pietre delle praterie alpine.
 Si intravede la vetta.
Ecco la croce e il traguardo.

Cima dell'Altemberg Valstrona

Altra giornata azzeccata per una camminata in quota. Studio l'itinerario e attendo che le previsioni del tempo diano il via libera. Eccoci, sole senza nuvole. Andiamo. Arrivo in moto a Campello Monti e subito salgo in direzione del lago Capezzone. Da lì si aprono diversi itinerari. Raggiunto il lago sono indeciso sul da farsi, dx al Capezzone o sx all'Altemberg ?
 Opto per la sx, il tracciato mi convince di più e allora si sale! dopo un tracciato non troppo impegnativo il sentiero si inerpica tra roccette e bassa vegetazione alpina. Intravedo un altro salitore e cerco di indovinarne il percorso seguito. Ecco che finisco per incasinarmi sulla cresta.
Infine azzecco il giusto itinerario e così seguendo la cresta raggiungo la cima dell'Atemberg. Sotto di me il lago del Capezzone.
 Alcune veloci foto ricordo e si ridiscende.

domenica 24 agosto 2014

1000 di questi post.

Eccoci qui. Chi l'avrebbe detto? 1000 di questi post!
Come già scritto molte volte, questo spazio virtuale mi ha accompagnato in questi anni ed è cambiato con me. Non racconta tutto, perché credo ancora alla privacy e non voglio darmi in pasto al prossimo. Dice però tante cose: come la penso su quel che accade, passioni musicali, cinema, politica, libri, viaggi e fotografia.
Ovviamente cambia, perché non la si pensa sempre allo stesso modo ed è giusto rivedere il proprio punto di vista e non sono sempre dello stesso umore.
Perché tenere questa piccola rubrica? Per piacere personale, un pizzico di ego, per destreggiarmi nelle nuove (quasi vecchie oramai, visto il crollo dei blog a favore di Facebook e Twitter) tecnologie.
Iniziato per scommessa e immaginato come altro strumento, è diventato un appuntamento gradito e divertente. Spero che, navigando in rete e passando di qui, tutto questo vi possa dare un attimo di piacere. Tanti auguri (a me ovvio, ed a chi mi verrà a trovare).

sabato 23 agosto 2014

Capitan Harlock

Chi ha visto nel lontano 1979 il fumetto "Capitan Harlock" alzi la mano! Eccoli, pochi, sempre meno. Era romantico questo fumetto, una piccola opera d'arte. Molto poetico, un manga giapponese disegnato molto bene e con una trama che virava verso il triste destino dell'umanità (quello che, state sereni ci aspetta).
Un pirata è sempre un pirata, e da qui la libertà che la sua figura emana. Si aggiungano origini misteriose, una sorta di misticismo, l'amore per le cose semplici (la musica di un ocarina), l'affetto per la Terra ed i suoi abitanti (che lo odiano) e il rispetto per il nemico (le Mazoniane) che lui deve combattere ma che cerca di non distruggere: ecco il capolavoro.
Si aggiunga che i Manga facevano il primo esordio in quei periodi di TV commerciale e che l'alternativa erano i vari Mazinga e Goldrake (bellissimi pure loro ma molto meno poetici) ed ecco un personaggio che non dimenticherete più.
Per questo mi sono approcciato al nuovo episodio con spirito parecchio critico: dovevo attendermi una riedizione del passato o un evento completamente diverso nello spirito, disegno e storia? Difficile dirlo.
Il nuovo film riesce nell'intento. Nuovo nella storia, riprende per intero l'idea poetica del passato. I personaggi sono solidi, riescono a dare al meglio il loro interiore soffrire, la loro difficoltà nel trovare un vero motivo per andare avanti. Non vi racconterò qui la trama per non toglier nulla alla sorpresa ma, credetemi: Sia che lo conosciate dal lontano 1979, sia che lo conosciate solo ora, è veramente un ottimo film, una fantastica grafia e una trama intrigante.

We are what We are

Cannibalismo, omicidi, morti violente e pazzia, disperazione e follia religiosa. Questo è "We are what We are" film che non nasconde nulla e fa dell'attesa della morte e della celebrazione del rito la colonna intorno a cui ruota la nostra storia.
Una zona degli States in preda alla crisi economica ed ad un maltempo che assorbe gli umori degli uomini, persone scomparse che ci si ostina a non cercare (una sorta di fatalismo), una famiglia succube di un rito religioso che la obbliga al cannibalismo: ci sono tutti gli ingredienti per fare di questo film un piccolo capolavoro.
Tutto prende il via dalla morte di una donna, che scopriamo essere la madre/moglie di un nucleo famigliare dedito al fanatismo religioso ed al cannibalismo che si rifà ad un evento del 1700 e dintorni.
Quante persone hanno pagato questa insana scelta? Lo scopriremo cammino facendo.
Lento, disperante, angosciante, dimostra che non serve lo splatter veloce, gli urli, le fughe per affrontare l'orrore la violenza. Questa si annida nei piccoli gesti, nelle persone timorate di Dio, di un capofamiglia fuori dal tempo e di figli succubi ed educati.
Da un lato l'inchiesta del vecchio dottore del paese fatica a decollare e la Polizia non vuole uscire dal torpore di una cittadina di provincia preda della crisi e della pioggia, dall'altro la lentezza del rito, del digiuno, la malattia che avanza in un patriarca sempre più folle e preda del tempo (sempre questo tempo...). Il colore della fotografia, quasi un bianco e nero è fantastico e la quotidiana follia ci viene restituita senza alcun commento... sino al finale inquietante.

Kelly McGillis ha una parte nel film (qualcuno lo ha detto a Tom Cruise ? e soprattutto qualcuno lo ha detto a Kelly?) e finirà molto male ad avere come vicini certi pazzi scatenati.
 

venerdì 22 agosto 2014

Robin William

Questa è l'immagine che meglio riassume (a mio giudizio) ciò che è stato e che sempre resterà Robin William: un eterno giovane.
Per un attore è facile sostituire la propria personalità ai personaggi che rappresenta sullo schermo, ad una condizione: che ci creda. Il rischio è che poi ne diventi ostaggio senza più liberarsi dell'idea che i suoi fan si sono fatti di lui.
Per un artista come William questo rischio non esisteva. Multiforme e poliedrico, aveva saputo rappresentare più personaggi senza legarsi ad uno in particolare, tanto da permettere ad ognuno di noi di identificarlo di volta in volta con il professore, il marito allontanato che si traveste, il radiocronista nella guerra in Vietnam, il medico e così via.
Io lo lego a due personaggi: Mork l'alieno di Mork e Mindy con la sua carica di simpatia ed originalità (ricordate? nano-nano...) e il professor Keating de "L'attimo fuggente"; l'insegnante di lettere che aiuta una classe a crescere e diventare adulta superando l'ostacolo imposto da regole e convenzioni.
La mia (allora) giovane età, me lo rese immediatamente simpatico e la sua non convenzionalità lo rese un mito per tutti noi che ne discutevamo a scuola e non solo.
Non era un "grande" attore. Era certamente però in grado, facendoci ridere e piangere, di toccare il nostro lato umano, le nostre debolezze facendoci apparire in tutta la nostra fragilità ma anche con un potenziale da scoprire. Ciao Robin.

lunedì 18 agosto 2014

Pompei

Se tutto si limitasse al "Disaster Movie" potremmo anche accettare inizio, trama e finale di questo film. Invece no, trame di ogni genere, il risveglio del vulcano a punire i cattivoni romani. E poi, perchè non dobbiamo farci mancare nulla i cattivoni che non invecchiano mai... Un pò troppo credetemi.
Milo (il nostro eroe) vede morire il suo popolo per mano romana. Lui diventa schiavo e poi gladiatore. Particolarmente bravo finisce a Pompei a far divertire il popolo e i riccastri.
Incontra la figlia del notabile locale, il quale moderno palazzinaro, in deroga all'allora vigente PRG vuole costruire in ogni dove (compreso nella bocca del vulcano)... In soccorso del suo ego edilizio arriva il solito cattivone che anni prima aveva sterminato i parenti di Milo e sorpresa delle sorprese? Non è invecchiato di un nulla!!! Allora direte voi, a fare il cattivo ci si mantiene giovani... E' evidente che motivi di copione rendono necessari dei competitors capaci e fisicati... mica un vecchietto claudicante e gengivato.
I vari rapporti umani (e ne vedremo di tutti i colori!) vengono annullati dall'eruzione. 
Tutti fuggono e quasi tutti muoiono. Anche i nostri due innamorati, costretti per l'eternità in posa plastica (anzi tufica) a dimostrare la loro passione... Romantico quanto basta, furbo mica male, effetti speciali notevoli, recitazione da scoreggia..

domenica 17 agosto 2014

Monsieur Lazhar

Se un bambino non puoi toccarlo, accarezzarlo, dargli uno scapellotto quando merita; che cavolo di insegnante puoi essere?
Nel civilissimo Canada, l'eccesso di rispetto del prossimo genera mostri. E' questo il messaggio del film "Monsierur Lazhar". Serve un rifugiato politico, nemmeno troppo in regola con i documenti e dei suoi stessi sentimenti, per riaprire il filo del dialogo tra mondo degli adulti e mondo dei bambini, tragicamente interrotto dal suicidio di un insegnante.
E quindi si rimedia alla mancanza dell'insegnante e del sentimento, assumendo uno straniero, con regole tutte sue, ma sempre pronto a tirarsi indietro se non accetto... Strano film, in cui i sentimenti dei piccoli sono affiancati a quelli degli adulti, sino a confonderli, sino a far capire che l'infanzia è un piccolo debole scudo contro le terribili fragilità del mondo dei grandi.
Commuove, spiazza, chiede attenzione. Si chiude con un abbraccio liberatorio.

Chiusa di San Michele

 Ed ecco la seconda tappa del moto track di ieri. La Chiusa di San Michele in Val Susa.
 Imponente vista dalla base delle sue mura.
 Richiami storici e religiosi all'interno dell'edificio.
 Vista della Val Susa, e sotto che Mura!

Superga, ieri

Gita in moto fuoriporta il giorno dopo Ferragosto. Rieccomi dalle parti del torinese e nello specifico alla Basilica di Superga.
 Vista dal piazzale.
 La cupola.
 In lontananza Torino e la Mole.
Barocco allo stato puro.

Per oggi può bastare...


Un piccolo giro per veder se è vero che quest'anno è buono per i funghi....

mercoledì 13 agosto 2014

Burocrazia

A leggere l'articolo qui allegato viene da piangere. Perchè lo Stato (e i suoi rappresentanti, pagati da tutti noi, loro compresi) devono dimostrare un tale grado di incapacità, ignoranza, inefficienza, malavoglia, furbizia, incomprensione e una evidente poca voglia di lavorare?
Caro Renzi, la rivoluzione non basta farla al Senato. A casa tutti...

fonte: il Sole 24 Ore.

martedì 12 agosto 2014

Selfie, Assessori e Guerre

I Selfie delle volontarie.
Due giovanissime volontarie italiane si recano in Siria per aiutare la locale popolazione e vengono rapite, probabilmente per ricavarne un riscatto.
L'opinione pubblica si divide in due: chi dice poverette, chi peggio per loro, dovevano starsene a casa.
C'è chi, addirittura, le accusa di aver cercato visibilità senza sapere a cosa andassero incontro, solo per un selfie (moderno sistema per farsi vedere in qualche luogo o per dare forma e visibilità ai propri sentimenti) mentre avrebbero dovuto stare a casa a giocare con la Barbie.
Quest'ultima frase arriva da Varese, dall'assessore Clerici, a sua volta accusato di cercare visibilità a spese degli altri, per nascondere l'incapacità sua e del suo assessorato.
A rincarar la dose, la sua Giunta lo difende dichiarando che ognuno è libero di esternare ciò che vuole. 
Scomponiamo la vicenda: Bocciato l'assessore. Cosa centri il suo incarico con le dichiarazioni/esternazioni in merito alla vicenda rapimento non è dato a sapere. Intristisce vedere che chi ricopre ogni e qualsiasi carica pubblica, anche la più infima si arroghi il diritto di pontificare sul Mondo intero annessi e connessi.
Le due ragazze: se stavano a casa erano due lazzarone, giovinastre senza arte né parte.  Sono andate e sono diventate due sprovvedute in cerca di notorietà. Qualcuno conosce il loro passato? il loro percorso di volontarie impegnate nella Pace e nell'aiuto al prossimo? Se si parli pure, viceversa taccia (assessori compresi).
Fare volontariato ha dei costi. A volte anche quello della propria vita. Ricordate la dottoressa morta perchè si fermò in strada a soccorrere un investito in un incidente stradale?  Eleonora Cantamessa a Chiuduno, morì proprio così. Chi glielo fece fare? Poteva tirar dritto per la sua strada e invece.. voleva farsi un selfie con il ferito? Non credo. Non andò in Siria, ma in quel campo di battaglia che sono le nostre strade di notte.
Le guerre: ogni guerra ha i suoi dolori, terribili, i suoi morti. Finchè non ci toccano le guardiamo da lontano e non riusciamo a farcene una ragione. Il nostro essere in pace da oltre 60 anni ci ha fatto dimenticare la sofferenza. Peccato. Se morale ci deve essere in questa vicenda è che le due giovanissime volontarie, con il loro gesto, volevano riportare l'attenzione sulla sofferenza, il dolore, e la disperazione degli ultimi. Non quelli di casa nostra, importanti ma tra noi, no! Gli ultimi, quelli senza alcuna speranza. 
In attesa che tornino a casa, lasciamo da parte le polemiche. Per quelle c'è sempre tanto tanto tempo.


domenica 10 agosto 2014

Graffiti







Le foto le ha fornite Jacopo, durante il soprallugo per la tesi. Il posto è lo stesso già descritto. Questo post è dedicato ai Graffiti. Fantastici come incredibile la "location".

Professione Volontario